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VITERBO / 10-08-2012
LAVORO, TUSCIA / Occupazione in forte calo nella Tuscia nel 2012
Nel Rapporto Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro previsioni negative per la provincia di Viterbo
Previsioni di assunzioni nel 2012 in forte calo nella Tuscia che registra una contrazione del 2,5% rispetto allo scorso anno, collocandosi al quarto posto in Italia nella classifica dei tassi più negativi. È quanto emerge dal Rapporto del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro in cui vengono rilevate la domanda di lavoro e i fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese dell’industria e dei servizi.
“Conosciamo bene le difficoltà occupazionali della nostra provincia – dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo –e già nel corso della presentazione del Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese avevamo evidenziato alcune criticità rilevate tra gli imprenditori, i quali ancor di più in questa fase sono costretti giorno per giorno a rivedere i loro piani di crescita e gli investimenti”.
“Al tempo stesso dobbiamo guardare con fiducia a quei segnali positivi che si stanno sempre più palesando. A partire dall’approvazione da parte del Cipe dei lavori per l’Autostrada Tirrenica lungo la tratta costiera del nostro territorio. Così come ci sono i presupposti per arrivare a una soluzione sostenibile e condivisa con gli attori locali per il completamento in tempi ragionevoli della Trasversale Orte-Civitavecchia”.
Inoltre l’attività svolta nell’ultimo decennio per la promozione dell’enogastronomia, dell’artigianato artistico e del turismo comincia a dare i suoi frutti e può rappresentare una leva per lo sviluppo. Ma tutto ciò potrebbe non bastare se si continua a elevare la pressione fiscale, se non viene incentivato l’ingresso nel mondo del lavoro, se si continuano a compiere tagli lineari agli enti penalizzando i servizi ai cittadini e alle imprese, se non si introducono modalità premianti per quanti si sono dimostrati virtuosi”.
Analizzando nel dettaglio i dati della provincia di Viterbo nel 2012 del Rapporto Excelsior la quota di imprese che prevede di ricorrere ad assunzioni di personale scende al 12,9% rispetto 25,4% del 2011, una percentuale particolarmente bassa, sulla quale ha pesato in maniera decisiva il clima carico di incognite in cui si è svolta l’indagine.
Tra queste imprese, il 26,1% delle assunzioni sono da attribuire ad aspettative di crescita della domanda, mentre per il 27,4% i nuovi ingressi saranno finalizzati a sostituire dipendenti in uscita o assenti. Il 22,3% delle richieste di personale sono volte a coprire picchi di lavorazioni stagionali e solo l’8,3% rispondono alle necessità di espandere le vendite.
Quanto ai movimenti di forza lavoro del 2012 per la provincia di Viterbo si prevedono 1.770 entrate (erano 3.220 nel 2011) e 2.660 uscite (erano 3.670 nel 2011) con un saldo negativo di 890 unità. È il comparto industriale, e in particolare il settore delle costruzioni, a soffrire di più l’attuale situazione di crisi. Nel dettaglio l’industria prevede di avere 500 entrate e 1.050 uscite con una saldo negativo di 550 unità, e la maggior parte di queste uscite proviene dalle costruzioni che presenta un saldo negativo di 320 unità.
Va meglio nel comparto dei servizi che con 1.270 entrate e 1.610 uscite presenta un saldo negativo di 340 unità. Sono il settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso, quello dei trasporti e dei servizi avanzati a beneficiare dei tassi di variazione maggiori.
Elevato il turn-over per il settore turistico-alberghiero che presenta un tasso di entrata del 16,7% e un tasso di uscita del 17,5%.
Rispetto alla tipologia di assunzioni il 71,3% è non stagionale, intendendo per “non stagionali” il totale delle assunzioni con l’esclusione di quelle a tempo determinato destinate a svolgere attività e lavorazioni di carattere stagionale. Tra queste si prevede che il 29,6% avrà un contratto a tempo indeterminato, l’8,2% un contratto di apprendistato, mentre tra i contratti a tempo determinato troviamo il 5,9% finalizzato alla prova di nuovo personale, il 4,9% per sostituzione temporanea, il 19,9% per la copertura di picchi di attività.
Per le imprese il 20,3% delle assunzioni non stagionali è considerato di difficile reperimento soprattutto nelle costruzioni e nel commercio, sia per il ridotto numero di candidati che per la loro inadeguatezza a svolgere una determinata mansione.
Il 28,7% circa del totale delle assunzioni ha invece un carattere stagionale, con una concentrazione massima pari al 70% nelle attività degli alberghi e ristoranti e dei servizi turistici, dove stagionalità è una caratteristica insita nell’attività svolta.
Quanto alle assunzioni di personale immigrato queste vanno da un minimo di 240 ad un massimo di 330 unità e si concentrano in particolare nelle costruzioni nel quale è previsto l’ingresso di personale immigrato in una percentuale che va dal 32,7% al 51,6% del totale delle assunzioni non stagionali.
Le assunzioni della provincia di Viterbo per gruppo professionali che sono così suddivise: 0,2% dirigenti, 3,1% professioni intellettuali, 9,1% professioni tecniche, 9,8% impiegati, 32,1% nelle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, 24,6% operai specializzati, 7,8% nei conduttori di impianti e 13,4% nelle professioni non qualificate. La struttura del sistema produttivo locale infatti è di tipo tradizionale e le maggiori assunzioni riguardano professioni low skills come dimostra anche il titolo di studio richiesto della imprese.
La laurea è richiesta per il 7,6% delle assunzioni, il livello secondario e post secondario per 35,3%, la qualifica professionale il 23,2% e per addirittura il 33,9% della assunzioni non è richiesta nessuna formazione specifica.
Quanto all’età, nel complesso per il 10,1% delle assunzioni si richiede fino a 24 anni, per il 25,6% un’età che va dai 25 ai 29 anni e per il 26,7% tra i 30 e i 44 anni mentre per il 34,0% l’età è indifferente. Considerando che per una quota rilevante di figure l’età non è ritenuta un requisito importante, 34%, gli spazi per i giovani sono in realtà più ampi di quelli indicati.
Un discorso analogo si può fare per le donne: per il 17,8% delle assunzioni le imprese considerano le donne più adatte a esercitare le professioni richieste mentre per il 47% è richiesto un uomo, mentre per il 35,2% delle assunzioni non esiste preferenza di genere.
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