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ROMA / 22-08-2012

CRISI E TASSE / L’irrefrenabile aumento delle tasse di comuni, province e regioni

Secondo un calcolo della Cgia di Mestre è boom delle tasse locali: in 15 anni sarebbero aumentate del 114%, ponendo su ogni italiano un peso pari a 1.684 euro


La crisi e l'aumento irrefrenabile delle tasse, ultime notizie Roma - Scoraggianti, per non dire allarmanti, i nuovi dati resi pubblici dalla Cgia di Mestre che ha eseguito un calcolo relativo al gettito proveniente dalla tassazione imposta da Regioni, Province e Comuni dal 1996 al 2011. Secondo questo studio nel 1996 le tasse locali, erano pari a 47,6 miliardi, molto meno della metà delle imposte richieste ai contribuenti locali nel 2011 anno in cui hanno superato i 100 miliardi di euro.

Non è tanto lo Stato centrale, quanto piuttosto le regioni, le province e i comuni a essere il nuovo spauracchio dei contribuenti italiani, che negli ultimi 15 anni hanno visto alzarsi fino al 114,4% il prelievo operato dagli enti locali. Irap, addizionali Irpef, bollo auto, Ici (oggi Imu), e tutta la pletora di tributi (sono una quindicina quelli principali considerati dalla Cgia) chiesti da enti consortili e simili sono costati agli italiani nel 2011 - ha calcolato la Cgia di Mestre - ben 102 miliardi di euro; una crescita del 114% appunto rispetto ai 47,6 miliardi che gli enti locali avevano incassato nel 1996.

Nel 2012, secondo la Cgia, la situazione è destinata a peggiorare proprio a causa dei pesanti tagli imposti all’amministrazione centrale dalla crisi economica. Provvedimenti come la revisione della spesa pubblica, hanno determinato una situazione caratterizzata da continui tagli ai trasferimenti statali verso le amministrazioni locali, con il risultato che Regioni, Comuni e Province sono state costrette a 'rivalersi' sostanzialmente sui cittadini.

L'aumento delle tasse locali, ricorda il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni '90. L'introduzione di Ici, Irap e addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze trasferite alle Autonomie locali. Non a caso, infatti, l'amministrazione centrale - sottolinea la Cgia - ha aumentato le entrate soltanto del 9% in 15 anni. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi, nel 2011 l'Erario ha incassato 349,9 miliardi di euro, mentre il Pil nazionale è cresciuto in questo stesso periodo del 15,4%. Nel 2011, hanno stimato gli artigiani mestrini, ogni italiano ha ipoteticamente versato nelle casse delle Autonomie locali 1.684 euro.

"Purtroppo - osserva Bortolussi - la situazione è destinata a peggiorare. Con l'introduzione dell'imposta municipale sulla prima casa e l'aumento registrato dalle addizionali Irpef regionali e comunali, nel 2012 le entrate in capo alle Autonomie locali potrebbero subire un' ulteriore impennata". "Per invertire la rotta - prosegue - bisogna attuare il federalismo fiscale. Solo così saremo in grado di abbassare il carico fiscale sia al centro sia in periferia, grazie ad una maggiore responsabilizzazione dei governatori e dei sindaci. Per il suo definitivo compimento, purtroppo, mancano ancora da definire due tasselli importanti: i costi standard nella sanità e quelli degli Enti locali. Due misure di cui il Governo dovrebbe accelerare la realizzazione per dare il via definitivo ad una vera rivoluzione che riscriverebbe i rapporti tra il fisco ed i contribuenti".


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