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ROMA / 03-09-2012
CRISI, LAVORO / Occupazione Italia: crolla il lavoro degli under 35
In cinque anni il numero degli occupati diminuisce di 1,5 milioni: una contrazione del 20% a favore degli ultracinquatenni (+26%)
Crisi e crollo del lavoro giovani, ultime notizie Roma - UnoNotizie.it - I dati dell’Istat mostrano sempre un ritratto impietoso, per non dire sconfortante, dell’Italia di oggi. Al centro dell’attenzione stavolta sono stati messi i dati relativi ai giovani occupati, tra i 15 e i 34 anni, del secondo trimestre del 2012, con gli stessi dati relativi allo stesso periodo del 2007.
Nell’arco di cinque anni è stato rilevato che i giovani occupati sono diminuiti di quasi un milione e mezzo di unità (-1.457.000) passando da 7 milioni 333 mila a 5 milioni 876 mila, con un crollo del 19,9%. Nell'ultimo anno la riduzione è stata di 230 mila unità.
Tra gli under 35 si contano quasi 1,4 milioni di disoccupati. Nel dettaglio si tratta di 1 milione e 386 mila giovani in cerca di posto, ovvero oltre la metà del totale dei disoccupati (51,2%). La disoccupazione comunque avanza velocemente anche tra i più adulti, con 1 milione 320 mila senza lavoro tra gli over 34.
Insomma sin da quando è iniziata la crisi gli under 35 sono stati colpiti direttamente, con un vero e proprio crollo dei giovani che possono contare su un posto di lavoro. Una tendenza confermata anche nel secondo trimestre del 2012, basti pensare che l'anno prima, tra aprile e giugno 2011 gli occupati 15-34enni erano ancora in grado di superare la soglia dei sei milioni (6.106.000).
Allo stesso, invece, sempre dai dati Istat emerge una tendenza opposta per gli occupati nella classe d'età tra i 55 e i 64 anni, che sono aumentati del 26% nell'arco di cinque anni, dal secondo trimestre del 2007 al 2012. Nel dettaglio, gli occupati più adulti (55-64 anni) sono saliti di 626 mila unità, passando da 2 milioni 403 mila del 2007 a 3 milioni 29 mila del 2012. Nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, il rialzo è stato di 226 mila unità (+8%).
Sempre l’Istat rileva però anche un dato apprezzabile relativo alla regione Puglia, dove l’occupazione corre. La regione governata da Nichi Vendola è infatti in netta controtendenza rispetto al resto del Paese, poiché guadagna ben 55mila posti di lavoro in più nel secondo trimestre 2012 (aprile- giugno) rispetto al primo (gennaio-marzo).
Le rilevazioni sono inequivocabili: la Puglia è prima in Italia per crescita di occupati, staccando di parecchio il Lazio (+43mila), l’Emilia (+32mila) e la Sicilia (30mila). E l’altra sorpresa è che quasi tutte le regioni del Nord (ad eccezione della Lombardia) sono in coda alla classifica, con il segno meno (colpisce il Piemonte, che ha perso 26mila occupati).
In pratica, il popolo degli occupati pugliesi, che ad inizio anno contava 1.221.000 unità, è passato nell’ultimo trimestre a quota 1.276.000. Si tratta di livelli, se confrontati con gli anni precedenti, che la Puglia non raggiungeva dal lontano 2008, quando la grande crisi non si era ancora manifestata e gli spretti dello spread e del rischio default erano lontani.
Quella che a pieno titolo non va più chiamata locomotiva del Sud, ma dell’intero Paese, ha chiuso il 2011 con 1 milione e 234mila occupati ed ha inaugurato il nuovo anno con una perfomance non da brividi (1 milione e 221mila occupati). Il picco, dunque, del secondo trimestre - in una fase in cui l’occupazione crolla un po’ ovunque - lascia ben sperare ed è il probabile effetto delle misure anticicliche che la Regione ha adottato da tempo (molti i bandi che sono stati riattivati o ri-finanziati destinati proprio al lavoro).
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