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ROMA / 19-09-2012

CRISI, FIAT / Monti convoca Marchionne a Palazzo Chigi

Fabbrica Italia è un progetto davvero chiuso? Mentre il mercato dell’auto precipita a livelli simili a quelli del dopoguerra (-16,6% per Fiat), Monti si decide a convocare Marchionne. La famiglia Agnelli intanto esprime il pieno sostegno all’ad Fiat


LAZIO ultime notizie ROMA  - unonotizie.it – Avvisaglie di crisi sempre più profonda nei giorni scorsi. Nonostante l’ottimismo manifestato da più parti nel governo Monti, i dati sul mercato dell’auto prima e le voci sulla fine del progetto Fabbrica Italia dopo, avevano paventato un futuro davvero preoccupante per gli operai del settore metalmeccanico in forze a Fiat. Dopo il pressing di sindacati è fortunatamente arrivato il contatto telefonico tra il premier Mario Monti e l’ad di Fiat Sergio Marchionne, a cui seguirà anche un incontro, fissato per sabato.
 
Intanto i dati del mercato dell'auto in Europa segnano il passo anche nei mesi estivi con perdite del 7,5% in luglio e dell'8,5% in agosto. Nei primi otto mesi del 2012 il gruppo Fiat ottiene una quota del 6,55. Anche per questo c’è grande attesa per l’incontro di sabato prossimo alle 16.00 tra il Governo e i vertici della Fiat, sulle prospettive di investimento in Italia del Lingotto. All'incontro parteciperanno, per il Governo, oltre il Presidente Monti, il Ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e il Ministro del Lavoro Elsa Fornero e, per la Fiat, il Presidente John Elkann e l'AD Sergio Marchionne.

Nell'occasione - ha assicurato il dott. Marchionne - verrà fornito il quadro informativo sulle prospettive strategiche del gruppo Fiat, con particolare riguardo all'Italia.

"La famiglia e' assolutamente in sintonia. Siamo tutti estremamente uniti e il nostro sostegno a Marchionne e' grandissimo". Così il presidente di Fiat, John Elkann, che ha ricordato che proprio oggi c'e' stata una delle riunioni che ogni 3 mesi fa la famiglia. Elkann ha poi aggiunto: "Il contesto in cui ci muoviamo e' difficile, quindi dovremo tenerne conto per gli investimenti. Faremo scelte oculate".

 "Non vorrei fare paragoni tra Monti e Berlusconi ma in questo caso l'esecutivo è stato troppo cauto. Avrebbero dovuto incalzare Marchionne, anche perché era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai esistito". Ora non ha dubbi, il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che intervistato da 'Pubblico' preannuncia iniziative del Pd sul caso Fiat. "Il Pd - dice Bersani - si attiverà anche con strumenti parlamentari, perchè il governo faccia piena luce. E se poi mi dicono che c'è la crisi del mercato dell'auto, a maggior ragione un governo deve cercare di capire che cosa si possa fare".

"Chiedo a Marchionne di convocarci subito e di chiarire un solo aspetto: se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, o se a prescindere da questo lui non vuole più utilizzarlo", dice invece il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni in una intervista al Gr1 Rai. "Però voglio dire - ha aggiunto Bonanni - che a Pomigliano e Grugliasco dove sono stati fatti gli accordi, e sono orgoglioso di averli fatti, il problema non esiste più, nel senso che la Fiat li produce ancora e proprio grazie a quegli accordi". "Marchionne -ha proseguito Bonanni - ha il dovere di fare chiarimenti con chi si e' preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l'occupazione e per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà".

Le rassicurazioni di Marchionne sul fatto che la Fiat resterà in Italia non convincono Giorgio Airaudo, responsabile auto Fiom, che, ai microfoni de "L'Economia prima di tutto" del Gr Rai, afferma: "Non sono rassicurazioni, è solo un modo per prendere tempo. Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all'estero quindi penso che sia sempre più urgente che questo paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un accordo e solo il governo può farlo. Serve uno dei tanti accordi che la Fiat ha fatto in giro per il mondo".

"Se, come tutto fa pensare, Fiat è orientata a ridimensionare la produzione, il governo deve interrogarsi su come attirare un altro produttore", afferma la leader della Cgil, Susanna Camusso, in un'intervista a L'Unità. "L'Italia - prosegue Camusso - ha sempre dato per scontato che le auto le produce la Fiat o nessuno. Invece è da affermare il concetto che la produzione dei mezzi di trasporto nel Paese non può essere il risultato delle scelte di una singola azienda". "E comunque - aggiunge Camusso - non ci vengano a dire che Fabbrica Italia svanisce per colpa della crisi, perché quel piano è stato annunciato nel 2010, a crisi scoppiata e consolidata". Per Camusso, inoltre, sulla situazione della Fiat "il sindacato deve rispondere con unità".


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