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ROMA / 09-10-2012

FECONDAZIONE ARTIFICIALE, FIGLI IN PROVETTA / Il turismo della provetta non teme crisi: nel 2011 4mila coppie in viaggio

Per una risposta al desiderio di concepire un figlio basta varcare il confine: più di mille hanno scelto la Svizzera





La crisi economica non ferma il turismo della provetta, ultime notizie Roma - Sono almeno 4mila le coppie italiane che nel 2011 hanno varcato i confini per cercare una risposta al desiderio di concepire un figlio e di queste, secondo i dati dell'Osservatorio sul turismo procreativo, 1.530 hanno scelto la Svizzera. Complici una normativa più flessibile, la vicinanza geografica e la diffusione della lingua italiana, il Paese elvetico è quindi in testa alle preferenze degli aspiranti genitori, seguito dalla Spagna (1.450 coppie) e dal Belgio (510 coppie). Sono i dati forniti dal Centro cantonale di fertilita'- dell'ospedale di Locarno.

Gli italiani non si recano in Svizzera solo per trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) non disponibili in Italia, come la fecondazione eterologa, ma anche per pratiche consentite nel nostro Paese come la fecondazione omologa, la stimolazione ormonale e la criopreservazione ovocitaria. Delle 1.530 coppie che hanno scelto la Svizzera per risolvere i problemi di fertilità, infatti, 630 si sono sottoposte alla fecondazione eterologa (41%) e 900 alla omologa e ad altri trattamenti disponibili anche in Italia (59%). Le percentuali trovano rispondenza nei dati registrati dal Centro Cantonale di Fertilità di Locarno, che ha preso in cura 278 aspiranti genitori durante lo scorso anno (139 coppie, il 40% per l'eterologa e il 60% per l'omologa) e 144 nei primi sei mesi del 2012.

In Svizzera la fecondazione eterologa, praticata con gamete da donatore maschile esterno alla coppia, è una realtà fatta di esperienza, eccellenza e primati che hanno segnato la storia della procreazione assistita nel Vecchio Continente. Proprio il Centro Cantonale di Fertilità dell’Ospedale regionale “La Carità” di Locarno fin dalla sua nascita nel 1978 si è dotato di una “banca del seme” ed è stato la prima struttura svizzera a rendere possibile, nel 1984, la nascita di un bambino con fecondazione in vitro (FIVET), oltre che una delle prime in Europa a portare a termine con successo il transfer intratubarico dei gameti (GIFT), senza cioè fecondazione extracorporea. “La difficoltà principale che si trovano ad affrontare le coppie italiane con problemi di fertilità- afferma il Dott. Jürg Stamm, primario del Centro Cantonale di Fertilità- è quella di non poter accedere nel proprio Paese alla fecondazione eterologa, da un donatore di sperma. Da noi invece non solo la legge consente la pratica, ma vengono anche seguiti protocolli molto severi, per cui i donatori sono rigidamente controllati e selezionati, in modo da permettere alla coppia di avere a disposizione il massimo delle possibilità di riuscita”.

Ma alla Svizzera gli aspiranti genitori guardano anche per trattamenti che potrebbero ricevere nelle cliniche e negli ospedali italiani come la fecondazione omologa, la crioconservazione degli ovociti cui sempre più donne si rivolgono anche per poter scegliere di rinviare la maternità di alcuni anni, e la stimolazione ovarica, un campo in cui negli ultimi tempi la ricerca scientifica ha fatto importanti passi in avanti. “Nelle tecniche di procreazione assistita - spiega il Dott. Jürg Stamm- il nostro atteggiamento è quello di procedere in maniera graduale e il più naturale possibile se le condizioni di fertilità di coppia lo permettono. Se in questo modo una gravidanza non arriva o vi è un’altra chiara indicazione terapeutica, allora viene prescritta la stimolazione ovarica. Nel Centro Cantonale di Fertilità da diversi anni indichiamo la mild stimulation, un nuovo approccio che rispetto a quello tradizionale prevede un dosaggio ormonale molto più contenuto ma che consente comunque il recupero di ovociti adeguati. In questo modo evitiamo alla donna una sovramedicalizzazione agendo in linea con i principi della Slow Medicine che guidano il nostro Centro: una cura appropriata, attenta alle esigenze del singolo paziente, sostenibile finanziariamente e anche dal punto di vista psicologico, grazie al supporto specialistico offerto per tutta la durata del trattamento”.

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