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Viterbo / 14-10-2012
LAZIO, ULTIME NEWS VITERBO / Medicina protetta in Italia, primo incontro a San Martino
LAZIO, VITERBO ultime news -UnoNotizie.it- Si terrà Il 12 ottobre al Balletti park hotel di San Martino al Cimino il primo di una serie di incontri sul territorio nazionale per i reparti di medicina protetta, dove ogni anno vengono ricoverati per patologie rilevanti oltre mille persone in stato di detenzione.
Nel workshop di Viterbo saranno affrontati due importanti tematiche: l’epatite cronica virale relata e la psoriasi cutanea. I fattori implicati nella diffusione della prima patologia, non solo in carcere, sono molteplici e di diversa natura. Tra questi rientrano le carenze educative e gli errori di tipo comportamentale (in particolare il maggior ricorso a pratiche sessuali non protette in libertà, l’uso in comune di oggetti contaminanti, la pratica del tatuaggio in carcere), le difficoltà di accesso ai servizi di prevenzione e diagnosi e un calo significativo della percezione del rischio della patologa presentata.
In questi sei anni trascorsi dall’apertura del reparto Medicina protetta del Complesso ospedaliero di Belcolle – commenta il responsabile dell’unità operativa, Giulio Starnini - circa il 50% dei quasi 2000 pazienti ricoverati ha presentato almeno un’infezione virale cronica (HBV/HCV), molti dei quali già evoluti in cirrosi o cancro del fegato. Per quanto attiene la psoriasi, non abbiamo dati disponibili, ma questa patologia può essere favorita in carcere dal continuo stato di tensione e dalla presenza di altri cofattori quali soprattutto errori alimentari. Molti pazienti arrivano tardi dal medico. È importante, quindi, diagnosticarla precocemente e altrettanto rapidamente approntare le cure necessarie.
Recentemente il ministro della Giustizia Severino ha ricordato come la civiltà di un Paese si misuri da come questo sa accogliere e trattare i detenuti. L’Italia, con la sola Francia, è l’unica Nazione che può contare su reparti ospedalieri destinati a pazienti detenuti, anche se il numero di tali strutture è ancora insufficiente. Questo è ancora più importante in tempi di crisi non solo finanziaria ma anche di valori, come gli anni che stiamo attraversando. Reparti dove la persona, seppur in stato di detenzione, può giovarsi di tutte le risorse dei grandi ospedali dove tali realtà insistono”.
Parteciperanno al workshop, tra gli altri, Sergio Babudieri dell’Università di Sassari e presidente della società italiana di medicina e sanità penitenziaria; Orlando Armignacco, direttore dell’unità di Malattie infettive e presidente della Società italiana di malattie infettive di Belcolle; Paola Tribuzi, responsabile dell’unità di dermatologia sempre dell’ospedale di Viterbo; Carlo Meschini, direttore dell’unità di medicina interna e specialista in reumatologia presso l’Andosilla di Civita Castellana; Roberto Monarca, direttore della scuola di formazione della Simspe; Mara Macarone, presidente Adipso; l’associazione dei pazienti psoriasici; Rodolfo Casati, direttore dell’unità di medicina protetta dell’azienda ospedaliera San Paolo di Milano; Maria Iannece, direttore dell’unità di Medicina protetta dell’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli.
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