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Milano / 17-10-2012
FECONDAZIONE ASSISTITA / Il 35% delle coppie sceglie la Svizzera
Milano ultime news - UnoNotizie.it - Non solamente libertà di cura, ma soprattutto attenzione al paziente, un diverso approccio ai trattamenti e un impegno nella ricerca. Sembrano essere queste le principali motivazioni che spingono le coppie italiane a rivolgersi ai centri per la procreazione medicalmente assistita (Pma) oltre confine.
Secondo i dati dell'Osservatorio sul Turismo Procreativo, delle oltre 4.000 coppie che nel 2011 hanno "migrato" alla ricerca di un figlio, 1.530 hanno scelto la Svizzera. «L'anno scorso si sono rivolte a noi più di mille coppie provenienti dall'Italia», afferma Thierry Suter, specialista in Medicina della riproduzione e tra i fondatori del centro per la fertilità ProCrea di Lugano. «Nella maggior parte dei casi ci siamo trovati davanti a situazioni che necessitavano di trattamenti e cure praticati anche in Italia». La scelta della Svizzera non è quindi un passaggio obbligato per bypassare la Legge 40.
«Utilizziamo un approccio graduale, andando a valutare le specifiche condizioni di fertilità, e non solo, della persona. Ci basiamo su analisi genetiche, attraverso un laboratorio interno, per arrivare ad avere un quadro clinico il più possibile completo in modo da individuare il percorso più appropriato da proporre alla coppia». A fronte della necessità per la donna di affrontare una inseminazione.
Per quanto riguarda i trattamenti effettuati dalle coppie italiane l'anno scorso, più di 6 su dieci hanno fatto ricorso alla fecondazione omologa, attraverso le più conosciute tecniche. Le restanti coppie, circa il 38 per cento, presentavano dei problemi di infertilità maschile gravi. «E sono problemi che non sempre è possibile risolvere con la medicina. In questi casi consigliamo di cercare la gravidanza attraverso una fecondazione eterologa, ovvero ricorrendo al seme di un donatore», continua il medico.
Per queste coppie, rivolgersi a strutture oltre i confini nazionali si è trattato di una scelta obbligata in quanto la fecondazione eterologa non è contemplata dalla Legge 40. In Svizzera, invece, il ricorso a un donatore è ammesso e la materia è regolamentata da puntuali norme che stabiliscono tempi e modalità. «Precisi esami e screening ci permettono di selezionare accuratamente gli aspiranti donatori.
Diventare donatori non è infatti un passaggio semplice: occorre superare una serie di esami. E i nostri donatori sono testati da malattie genetiche ed infettiviologiche. Inoltre devono avere una concentrazione di seme superiore alla norma per aumentare le percentuali di gravidanza».
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