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ALESSANDRIA / 05-11-2012
ALESSANDRIA, SMALTIMENTO RIFIUTI E VELENI NELLA TERRA / Bonifica di Spinetta Marengo sotto accusa
Piemonte, ultime news Alessandria - UnoNotizie.it - Discariche di rifiuti tossici e cancerogeni, gessi fluorurati e clorurati che la Procura ha rinvenuto nelle acque, all’esterno ricoperte di argilla e teli di plastica. "Questa non è bonifica!" protesta il comitato Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute di Alessandria "Si tratta di una soluzione a buon mercato posticcia non mette in sicurezza i tanti siti sparsi nello stabilimento".
Il dilavamento dei veleni sotterrati, infatti, con la pioggia e la neve riprenderà inevitabilmente dal terreno alla già inquinata falda sottostante. "Una soluzione provvisoria, sapendo che il provvisorio da noi diventa definitivo. Se questo è l'esempio di bonifica che si propone per il polo chimico di Spinetta Marengo: possiamo prepararci al disastro ecologico definitivo. I veleni non vanno sotterrati ulteriormente bensì tolti. A cominciare da quelli sotto l'impianto Algofrene che va chiuso e riallocato".
La chiusura di questo impianto, che sta sprofondando, era già nei programmi della società Solvay con approvvigionamenti assicurati e nessun problema occupazionale, ma ora è stata sospesa come pressione nei confronti della Magistratura.
Così si spiega la mossa clamorosa sulla quale il Tribunale è chiamato a pronunciarsi il 7 novembre: "Solvay ha chiesto alla Corte di costituirsi parte civile contro Carlo Cogliati quale presidente dell’Ausimont, volendo dimostrare di essere stata ingenuamente raggirata dall’azienda venditrice. Si tratta, è evidente, di una richiesta senza senso, né di senso comune né di senso giuridico, che il Tribunale non potrà che respingere. Infatti Cogliati è stato dapprima presidente dell’Ausimont e poi presidente della stessa Solvay!" Dunque la società belga finirebbe per costituirsi parte civile contro se stessa.
"E ancora"- si legge nel dispaccio di protesta di Medicina democratica – Movimento di lotta per la salute -"cercano di negare il risarcimento dei lavoratori e cittadini morti o ammalati presenti come parti civili a centinaia, fra le migliaia di vittime della storica catastrofe ecologica provocata dal colosso chimico di Spinetta Marengo. Il risarcimento e soprattutto la bonifica hanno un costo assai rilevante che la ricca Solvay non vuole pagare, tentando di scaricare il barile addosso alla insolvente Ausimont, dalla quale aveva acquistato a basso prezzo lo stabilimento consapevolmente cosciente che era come una mela marcia, anzi incrementando il marcio e nascondendolo, dolosamente secondo il Pubblico Ministero, alle autorità di controllo".
Il 7 novembre il nuovo capitolo di questa storia tragica per molte famiglie e per le ombre che getta sull'organizzazione delle società che si occupano dello smaltimento di rifiuti venefici.
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