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ROMA / 10-12-2012

DIMISSIONI MONTI / Dopo l'incontro con Napolitano, il presidente del Consiglio Monti ha deciso di dimettersi

Monti si dimette e Silvio Berlusconi annuncia di tornare "per disperazione". La decsione del premier presa dopo l'incontro con Napolitano: "Ma solo dopo l'approvazione delle leggi di Stabilità e Bilancio"



Mario Monti ha deciso di dimettersi da presidente del Consiglio, ultimenotizie Roma - Lo farà dopo che saranno state approvate le leggi di stabilità e di bilancio. Lo dice una nota diffusa dal Quirinale subito dopo l'incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Insomma, vince il Pdl. Perché proprio l'astensione in Parlamento, secondo il premier, costituisce un giudizio di sfiducia.

"Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - si legge nella nota - ha stasera ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Senatore Mario Monti. Il Presidente della Repubblica ha prospettato al Presidente del Consiglio l’esito dei colloqui avuti con i rappresentanti delle forze politiche che avevano dall’inizio sostenuto il Governo e con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Il Presidente del Consiglio ha dal canto suo rilevato che la successiva dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione.

Il Presidente del Consiglio non ritiene pertanto possibile l’ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio – rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo – siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.

Nello stesso giorno Berlusconi, in visita a Milanello per seguire l'allenamento del Milan, spiega la sua ridiscesa in campo: "Io non entro in gara per avere un buon posizionamento, entro per vincere". "L'opinione di tutti era che ci volesse un leader come un Berlusconi del 1994, ma non c'era. E non è che non l'abbiamo cercato. L'abbiamo cercato". "Ci eravamo dati - ha spiegato - una nuova dirigenza con il fantastico Angelino Alfano, ma ci vuole tempo per imporsi come leader. Tutti i sondaggi davano il Pdl a un livello che non basta per contrastare la sinistra. Palazzo Chigi non mi è mai mancato neanche per un minuto. Ritorno con disperazione a interessarmi della cosa pubblica e lo faccio ancora una volta per senso di responsabilità".



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