UDINE / 14-04-2013
OMICIDIO SACHER / Le due ragazze indagate per omicidio preterintenzionale restano in comunità
il movente secondo il gip sarebbe una lite per denaro
Omicidio Sacher, ultime notizie Udine - www.UnoNotizie.it - Non c'è alcuna legittima difesa, questo, secondo il gip del tribunale dei minori di Trieste, il fermo va convalidato. «Sussistono gravi indizi di colpevolezza». Le ragazzine restano in comunità. Per due mesi. L’accusa è omicidio preterintenzionale. Non volevano uccidere, ma sono state violente e senza ragione.
«Non sono emersi allo stato elementi a favore delle imputate, né causa di giustificazione o di non punibilità. Considerando che - pur dando per certo che la colluttazione sia scaturita da un approccio sessuale dell’uomo non voluto dalle ragazze e da un’insistenza della vittima volta a perpetuare violenza sessuale nei loro confronti - risulta che esse ben avrebbero potuto sottrarsi e agevolmente».
Nulla insomma di tutto quanto dichiarato dalle ragazzine è preso per buono e seppure si potrebbe prendere per scontata quella violenza sessuale, a cui in verità il gip non sembra credere molto, non si spiegherebbe l'accanimento delle due omicide. Per una serie di motivi tutti sotto il sospetto propende oramai verso il lato pecuniario.
Cioè circa 150 mila euro su un conto. E quindi, scrive il gip: «Tali sopravvenute emergenze di indagine operano nel senso di mettere in dubbio la prospettata violenza sessuale come motivo unico della colluttazione seguita dalla morte». Soldi, soldi, soldi. Questa è la pista alternativa o complementare. Il movente da approfondire. Un furto. Un tentativo di rapina. Un’estorsione. Un litigio per ragioni economiche.
Il gip non sembra neppure credere ad i pantaloni abbassati. Mirco Sacher, domenica pomeriggio risultava così nella circostanza del ritrovamento che viene definita «con profili di inverosimiglianza» perdipiù in un contesto «aperto e frequentato». Passava gente in quel prato ed era giorno pieno, vi è testimonianza di due passanti che li hanno visti discutere.
L’avvocato Federica Tosel difende la ragazzina che guidava l’auto, in quella fuga pazzesca da Udine a Padova: «Non mi permetterei mai di criticare l’operato del gip - spiega - ma io credo sia necessario capire che le valutazioni di un adulto non possono essere quelle di una quindicenne. Parliamo di stati emotivi diversi, approcci mentali incomparabili. Cosa dovevano fare queste due bambine? Aspettare di essere violentate, prima di reagire?»
Bisognerà capire questo ed altro ma certo è che gli avvocati fanno gli avvocati e non i garanti delle verità anche scomode di cui si deve prendere atto. Se è vero quello che hanno detto agli amici Sonny e Walter a proposito della fuga: «Sembrava un videogioco».
Loro sono stati i primi a vederle dopo l’omicidio. Ieri, in qualità di testimoni, hanno confermato anche a verbale. Compresa la frase che aggiunge ulteriori dubbi: «A noi della violenza sessuale non hanno fatto neppure un cenno». Che di per se non prova proprio nulla, se non una certa crudezza.
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