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VITERBO / 04-05-2013
FETO GETTATO CASSONETTO VITERBO / Nota della Diocesi di Viterbo sul feto trovato morto nel cassonetto
La scioccante notizia appresa dagli organi di stampa del ritrovamento in un cassonetto della nostra Città di un feto morto provoca sconcerto e dolore.
La comunità ecclesiale – pur rifuggendo da facili giudizi e da avventate stigmatizzazioni, nell’assoluto rispetto degli Organi competenti alle indagini – non può certamente rimanere indifferente di fronte ad un fatto così tragico che lascia ogni viterbese attonito e senza parole.
La vita umana, infatti, è sacra e inviolabile e come tale va rispettata, difesa, amata e servita dal concepimento alla morte naturale. E la Chiesa non si stanca di annunciare con coraggiosa fedeltà il Vangelo della vita, ben sapendo che “il Vangelo dell’amore di Dio per l’uomo, il Vangelo della dignità della persona e il Vangelo della vita sono un unico e indivisibile Vangelo” (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, 2).
Ogni persona, soprattutto quando essa è debole e indifesa, ha un incomparabile valore e nessuno mai può permettersi di attentare ad essa e di farle violenza.
“Il fatto che le legislazioni di molti Paesi…abbiano acconsentito a non punire o addirittura a riconoscere la piena legittimità di pratiche contro la vita è insieme sintomo preoccupante e causa non marginale di un grave crollo morale” (Evangelium Vitae, 4), per il quale i delitti contro la vita, come ad esempio l’aborto e l’eutanasia, vengono interpretati come legittime espressioni della libertà individuale da riconoscere come veri e propri diritti.
Questo crollo morale ha conseguenze dolorose come quella avvenuta nella nostra Città.
Nel contempo, però, la comunità ecclesiale, madre e maestra di misericordia, non cessa di manifestare compassione ed amore per tutte quelle mamme che arrivano a compiere questi gesti di estrema drammaticità, dietro i quali si nascondono spesso storie di povertà, di solitudine, di paura, di emarginazione, di abbandono.
È per questo che vanno messe in atto forme discrete ed efficaci di accompagnamento della vita nascente, con una speciale vicinanza a quelle mamme che per vari motivi hanno paura o difficoltà a portare avanti la gravidanza.
A questa esigenza la Diocesi di Viterbo, ormai da oltre un decennio, ha dato risposta concreta con l’apertura della Casa di Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta” dove – grazie alle Suore e ai Volontari dell’Associazione Maria Madre della Vita – sono state accolte e accompagnate 103 donne e 112 bimbi, di cui 35 nati nella Casa a Viterbo.
Da ricordare, inoltre, l’opera competente e generosa del Centro di Aiuto alla Vita che in Città è disponibile 24 ore su 24 (348.9898577).
Il dramma avvenuto a Viterbo non trovi una Città indifferente, ma scuota la coscienza di ciascuno, perché ad ogni livello ci si “prenda cura di tutta la vita e della vita di tutti”. Agire a favore della vita, infatti, è contribuire al rinnovamento della società mediante l’edificazione del bene comune.
La comunità cristiana ora invita i credenti alla preghiera, che affida la bambina ritrovata tra i rifiuti di un cassonetto all’abbraccio paterno e materno di Dio e si fa, nel contempo, vicinanza discreta e amorevole a sua madre che, ora più che mai, ha tanto bisogno di amore.
Fonte: ufficio stampa Diocesi di Viterbo
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