|
ROMA / 22-02-2014
RIFIUTI ROMA / Lettera aperta per incresciosa gestione rifiuti Roma dopo chiusura Guidonia
Rifiuti Roma, ultime notizie - Redatta dal CRA di Guidonia e Fonte Nuova, è stata inviata a tutti i 48 sindaci ed ai loro cittadini dell'ATO 3 (Area Valle dell'Aniene ed Area Valle del Tevere in sinistra idrografica) una lettera aperta in cui viene analizzata la situazione incresciosa venutasi a creare sulla gestione dei rifiuti, una volta chiusa la discarica dell'Inviolata di Guidonia. A parte pochissimi comuni che hanno avviato una positiva anche se ancor limitata raccolta differenziata col sistema "porta a porta", la stragrande maggioranza dei centri dell'ATO 3 si trova oggi a dover conferire i propri rifiuti indifferenziati ad oltre 100 chilometri di distanza (Colfelice, provincia di Frosinone), con l'esborso economico raddoppiato. Chi pagherà tale aumento? I cittadini o chi ha provocato tale situazione non facendo passare il proprio territorio a sistemi di raccolta più virtuosi e da anni resi obbligatori?
Comitato per il Risanamento Ambientale di Guidonia e Fonte Nuova
LETTERA APERTA AI CITTADINI ED AI 49 SINDACI DEL BACINO ATO 3
Chiusura discarica Inviolata: caro sindaco, ora l’extracosto lo paghi TU!
Con il presente comunicato si vuole mettere a conoscenza i cittadini/contribuenti dei 49
comuni appartenenti all'ATO 3 (Ambito Territoriale Ottimale, Area Valle dell'Aniene e Area Valle
del Tevere in sinistra idrografica) delle ormai acclarate inettitudini amministrative di sindaci e di
intere Amministrazioni comunali - a cominciare dagli assessori all’Ambiente ed ai Rifiuti - in
merito alla gestione degli RSU (rifiuti solidi urbani).
Nonostante il Dlgs 22/97 (“Decreto Ronchi”) prevedesse già, in attuazione di Direttive
europee, una gestione fondata sull'igiene urbana (com'era chiamato fino allora il servizio rifiuti)
in connessione stretta con la tutela ambientale, la minimizzazione della produzione e la
massimizzazione del recupero dei materiali, le Amministrazioni del nostro ATO 3 non sono state
in grado di organizzare una ben che minima percentuale accettabile di raccolta differenziata
“porta a porta” (PaP), tanto proclamata a parole, prevista dalle leggi seguenti (Dlgs 152/96,
Testo Unico Ambientale) e da successive Direttive (28/98) e quindi doverosa per ogni
amministratore dei territori municipali.
Da circa otto anni, la Provincia di Roma mette a disposizione delle Amministrazioni
comunali, che vogliano rendere efficiente il proprio servizio di gestione dei rifiuti urbani
ricorrendo alla raccolta PaP, sostanziosi contributi che vanno a coprire gli “extracosti” affrontati
per il lancio del progetto e del primo anno di gestione.
Oggi ci ritroviamo, dopo la prevista ordinanza di chiusura (per ora) della discarica
dell’Inviolata, per esaurimento degli spazi disponibili, da parte del sindaco di Guidonia
Montecelio, in piena “emergenza rifiuti”.
Ma si tratta di un'emergenza anch'essa prevista, automatico risultato dell'evidente
inefficienza della gran parte dei 49 comuni che conferivano all’Inviolata: nessuno (tranne una
modestissima quantità) infatti ha proceduto verso un efficace modello di gestione rifiuti,
restando comunque ancorati a percentuali minime di differenziazione, quando, per legge, si
doveva arrivare almeno al 65% entro il 2012!
Quasi nessuno si è dotato di “isole ecologiche”. Nessuno ha realizzato un impianto di
compostaggio. Nessuno ha guardato al di là del proprio naso, contento di portare i propri rifiuti
indifferenziati a pochi chilometri di distanza, all'Inviolata di Guidonia, dentro un Parco naturale
archeologico, a “soli” 90 euro a tonnellata.
Oggi, dunque, ci ritroviamo senza raccolta differenziata “porta a porta”, con
conseguente ed inevitabile aggravio dei costi di conferimento dei rifiuti indifferenziati che
produciamo, da portare a molti chilometri di distanza (Colfelice, provincia di Frosinone), a 165
euro a tonnellata. Eppure, sarebbe stato semplice: ridurre la produzione di rifiuti, differenziare,
rivendere i materiali (metalli, carta e cartone, plastiche, vetro ecc.), “compostare” la parte
umida differenziata in casa e rivenderla e, se qualcosa fosse rimasto, la colpa sarebbe
evidentemente stata dell'industria produttrice e del distributore ma non del cittadino.
Se magari avessimo, come previsto dalla legge e come richiesto da più associazioni
locali, attivato la raccolta differenziata “spinta”, i nostri rifiuti indifferenziati sarebbero stati
risibili, con un notevole risparmio sui costi, che si sarebbe andato a sommare alle vendite dei
materiali differenziati presso la filiera industriale del riciclo. Ora, cari sindaci, senza andare
ancora una volta ad elemosinare un contributo economico alla Regione Lazio per prendersi
carico dei costi maggiorati che voi, con l'inefficienza delle vostre Amministrazioni, in primis
avete prodotto e di cui potrebbe occuparsi positivamente la Corte dei Conti, è bene che
sentiate questa forte voce dei vostri cittadini/contribuenti che vi dicono: ORA L'EXTRACOSTO
LO PAGATE VOI!
CRA (Comitato per il Risanamento Ambientale di Guidonia e Fonte Nuova)
|
|