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TARQUINIA (VT) / 31-10-2008

LA CENTRALE A CARBONE DI CIVITAVECCHIA: QUANDO ''MONITORAGGIO'' NON VUOL DIRE NIENTE

TARQUINIA, 14 MILIONI DI EURO PROMESSI DALL'INQUINATORE POTREBBERO ESSERE UNA PIETRA TOMBALE SU TANTI MORTI DI TUMORE E LEUCEMIA CHE IL CARBONE CAUSERA', SULLA FINE DEL TURISMO E SU UN'AGRICOLTURA CHE DA SOLA VALE QUASI 100.000.000 DI EURO ALL'ANNO.

 

Accettando le compensazioni di Enel, Mazzola tradisce la promessa di lottare per fermare la centrale a carbone e lo dimostra abbinando alla parola compensazioni la parola “monitoraggio” con il seguente ragionamento: non possiamo fare niente per fermarla, la monitoreremo.

Parole vuote che mascherano interessi politici che nulla hanno a che vedere con la lotta al carbone. Una reale volontà di monitorare richiede azioni concrete oggi per incastrare Enel domani. Le azioni necessarie per monitorare sono quelle indicate dall'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale del Lazio, che il 13 novembre 2007 ha scritto alle autorità competenti ammettendo di non poter controllare la centrale a carbone una volta in funzione, per lacune dei documenti autorizzativi: mancano i limiti di emissione di vari inquinanti, tra cui l'arsenico e l'autorizzazione rilasciata ad Enel nel 2003 è priva del piano di monitoraggio. Conclusione: per monitorare la centrale di Torre Valdaliga Nord non bastano i proclami e chi non ha rivendicato l'attuazione delle richieste di A.R.P.A. non è credibile quando parla di monitoraggio. Mazzola non c'era quando il Comitato dei Cittadini Liberi era sotto il ministero per chiedere quanto denunciato da A.R.P.A. Lazio. Il Comitato dei Cittadini Liberi vuole fermare la centrale a carbone perché dispone dei documenti scientifici che dimostrano i danni che il carbone farà e va fermata adesso prima dell'accensione a carbone. La farsa dell'accensione del 30 luglio scorso, a cui grazie ai No Coke a cui si è sottratto all’ultimo momento Berlusconi , resta una farsa.

Ma il Comitato denuncia anche che sarà difficile inchiodare Enel alle sue responsabilità dopo l'accensione, in base ai monitoraggi, se non sarà stato rilevato l'inquinamento prima del carbone, per poter affermare poi qual'è la parte aggiunta. Questo l'aveva promesso senza mantenerlo Marrazzo e Mazzola non ha fatto nulla per esigere le indagini necessarie a conoscere oggi lo stato attuale del nostro territorio. Concludendo: tolta la parola monitoraggio, che nei discorsi di Mazzola non significa nulla come dimostrato, restano solo le compensazioni che rappresentano per Enel una polizza d'assicurazione contro azioni legali future da parte del Comune di Tarquinia. L'argomento sostenuto da chi vuole far accendere la centrale a carbone - che non dobbiamo restare a bocca asciutta come all'epoca del nucleare - rende tutto più amaro perché i circa 14.000.000 di euro promessi dall'inquinatore potrebbero essere una pietra tombale su tanti morti di tumore e leucemia che il carbone causerà, sulla fine del turismo e su un'agricoltura che da sola vale quasi 100.000.000 di euro all'anno.

 

Ernesto Cesarini


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