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ROMA / 14-07-2014

FACEBOOK, ESPERIMENTO SULLE EMOZIONI / 700mila utenti ''manipolati'' per un test sul contagio emotivo




Roma, ultime news - UnoNotizie.it -
Facebook ha condotto, nel gennaio 2012, uno studio sul contagio delle emozioni a distanza, dovuto alla condivisione di post. Per poter studiare questo fenomeno, però, il gruppo di ricercatori e scienziati di Facebook, della Cornell University e della University of California, hanno alterato l’algoritmo che regola il naturale flusso delle condivisioni nella bacheca di 689.003 persone.
In pratica, questi ricercatori hanno diviso i quasi 700mila utenti in due grandi gruppi a cui sono stati sottoposti circa 300mila aggiornamenti diversi: al primo gruppo venivano mostrati post positivi con parole appartenenti alla sfera dell’amore e della bellezza, mentre al secondo apparivano post negativi, contenenti stati d’animo riguardanti il dolore o la rabbia.

I risultati, apparsi sulla rivista Proceedings della National Academy of Sciences degli Stati Uniti, hanno evidenziato che i due gruppi, a loro volta, iniziavano a pubblicare contenuti positivi o negativi in base a ciò che hanno letto. I ricercatori, quindi, parlano di un contagio emotivo di massa tramite social network, per cui gli individui vengono influenzati dagli stati d’animo degli altri – a distanza – senza esserne coscienti. Tuttavia, anche la ricerca non è stata condotta in maniera palese: gli utenti non sono stati avvisati che il contenuto dei loro post sarebbe stato manipolato ai fini di una tale ricerca e ciò ha destato numerose polemiche.

È vero, però, che al momento dell’adesione gli utenti acconsentono l’utilizzo dei loro dati e delle loro informazioni per lo svolgimento di operazioni interne – come la ricerca e la soluzione dei problemi – ai fini di un miglioramento del servizio.

A questo proposito, uno dei co-autori della ricerca – Adam Kramer – ha pubblicato un post in risposta alle polemiche che sono state sollevate, affermando che lo scopo di questa ricerca era quello di comprendere il reale impatto emotivo degli utenti, per evitare la sensazione di esclusione che potrebbe allontanare gli utenti da Facebook.

Sara Appolloni
 

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