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ROMA / 07-04-2016

REFERENDUM TRIVELLE / tutto cio che c'è da sapere riguardo il Referendum sulle Trivelle del 17 aprile 2016


Ultime news - UnoNotizie.it - Il referendum del 17 aprile 2016 propone l'abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all'esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti. Se il referendum approverà l'abrogazione, le concessioni giungeranno alla scadenza prevista senza poter essere rinnovate ulteriormente.

Affinché l'esito del referendum sia valido, è richiesta la partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto. La norma sarà abrogata se il numero dei voti favorevoli avrà superato il numero dei voti contrari.

Sarà il primo referendum abrogativo chiesto da almeno cinque Consigli regionali nella storia della Repubblica Italiana: tutti i precedenti 66 quesiti referendari votati a partire dal 1974 furono richiesti previa raccolta di firme dei cittadini.

La ricerca di idrocarburi liquidi e/o gassosi nel mare italiano può avvenire – con determinate limitazioni poste ai fini della salvaguardia delle coste e della tutela ambientale – solo in determinate «zone marine» individuate dal Parlamento o dal Ministero dello sviluppo economico. Dal 2013 sono vietate le nuove trivellazioni nel mar Tirreno, nelle aree marine protette e nelle acque comprese entro le 12 miglia nautiche dalla costa; tuttavia, le concessioni autorizzate prima del 2013 possono continuare fino all'esaurimento delle risorse da estrarre.

In Italia sono presenti e autorizzate complessivamente 79 piattaforme marine, di cui 31 eroganti situate oltre le 12 miglia dalla costa e dalle aree protette e 48 eroganti entro le 12 miglia.

Entro le 12 miglia sono autorizzate 9 concessioni (con 39 piattaforme) la cui autorizzazione è scaduta e ne è stata chiesta la proroga entro le 12 miglia (nel caso vincano i «sì» al referendum, non potranno essere prorogate): tali impianti hanno prodotto nel 2015 circa 62 milioni di metri cubi di gas (pari al 9% della produzione nazionale e al 1,1% dei consumi complessivi del 2014).

Sempre sotto alle 12 miglia, sono presenti altre 17 concessioni in scadenza dal 2017 e che termineranno nel 2027, che nel 2015 hanno estratto 1,21 miliardi di metri cubi di gas (pari al 17,6% della produzione nazionale e al 2,1% dei consumi 2014) e 500.000 tonnellate di petrolio (circa il 9,1% della produzione nazionale e lo 0,8% dei consumi 2014). Queste concessioni, nel caso di vittoria del «sì» al referendum, non potranno essere prorogate dopo il 2027.

Le piattaforme petrolifere vicino alla costa di Crotone hanno prodotto nel 2015 circa 557 milioni di metri cubi di gas (pari all'8% della produzione nazionale, in calo costante a partire dal 2003 e meno di un quarto di quanto produceva nel 1994[11]): la mancata proroga dell'autorizzazione potrebbe causare una perdita a livello nazionale pari allo 0,8% del consumo annuo di gas e allo 0,4% dei consumi totali.

L'inquinamento prodotto in normali condizioni d'utilizzo su pesca e vita marina – insieme ai rischi di disastro ambientale in un mare chiuso in caso di malfunzionamento – sono due dei principali argomenti portati a sostegno del referendum.

Per quanto riguarda il primo punto, sono stati diffusi pochi dati sull'inquinamento nelle aree di estrazione. L'organizzazione Greenpeace ha pubblicato un report, basato su dati dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che afferma come i fondali marini al di sotto delle piattaforme stiano superando i limiti di inquinamento nel 79% dei casi (i dati si riferiscono al 2014), con tassi di inquinanti nelle cozze più alti del 30% rispetto ad altre aree marine. L'ISPRA e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interpellati con un'istanza di accesso agli atti, hanno fornito dati relativi a 34 impianti sulla costa emiliano-romagnola, non dando informazioni sui rimanenti 100.

Il quesito propone l'abrogazione della norma che ha consentito di prorogare le concessioni per l'estrazione degli idrocarburi sino all'esaurimento dei rispettivi giacimenti. La disposizione riguarda esclusivamente le trivellazioni in mare già in attività che operano a una distanza non superiore a 12 miglia nautiche dalla costa (12 miglia nautiche equivalgono a 22,224 chilometri).

Colore scheda: Giallo
Titolo: Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento.
Descrizione: Il quesito è relativo all'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia nautiche abbiano durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale.


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