ALTO LAZIO / 25-11-2008
CIVITAVECCHIA, IL TERMINAL CINA E LE COSCHE CALABRESI, LAZIALI E CINESI. MAFIA E 'NDRANGHETA S’IMPADRONISCONO DEL TERRITORIO: IL LIBRO DI SAVIANO, GOMORRA, STA PER DIVENTARE NELL'ALTO LAZIO UNA TRAGICA REALTA’
A CIVITAVECCHIA, TARQUINIA, VITERBO E MONTALTO DI CASTRO, LA MAFIA AVANZA GRAZIE ALLA COMPLICE INDIFFERENZA DEGLI ENTI LOCALI E DELLE ISTITUZIONI
Durante un importante convegno, nel Giugno 2008, indetto dall’ Associazione Antimafia Antonino Caponnetto, per discutere sulla penetrazione mafiosa nell'Alto Lazio, il sostituto procuratore Luigi De Ficchy della Direzione Nazionale Antimafia, disse pubblicamente che uno dei pericoli più grandi, (tra tanti altri) per la zona costiera dell’ alto Lazio, è costituito dalla proposta di costruire un molo portuale nella zona La Frasca - Sant'Agostino, lungo il confine tra Civitavecchia e Tarquinia.
Si tratta del “Terminal Cina” per il traffico dei containers, controllato dalla mafia cinese, quella di cui parla Roberto Saviano nel libro “Gomorra”;
“Così - disse De Ficchy 4 mesi fa - si possono saldare gli interessi della mafia cinese con quella italiana che tiene sotto controllo il traffico di Napoli e di Gioia Tauro”.
Il 22 luglio, subito dopo dichiarazioni di De Ficchy, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con la collaborazione della Squadra mobile ha effettuato 18 arresti nei confronti dei clan calabresi degli Alvaro, dei Piromalli e dei Molè operanti dal porto di Gioia Tauro con diramazioni in Europa ed Oltreoceano, tutti responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Il controllo di quel porto-containers, il più grande del Mediterraneo, ha causato appetiti, e frizioni ed una rottura di fatto tra consorterie criminali, che hanno portato all'omicidio di Rocco Molè e di Antonino Principi, pochi giorni prima dello sciogli-mento del consiglio comunale di Gioia Tauro per le ingerenze del clan Piromalli.
Al posto dei Molè è subentrato il gruppo imprenditoriale romano guidato da Pietro D'Ardes con il sostegno del sodalizio criminale dei Casamonica, cosca che opera a Roma, nel Lazio, in provincia di Viterbo e sulla costa dell'Alto Lazio, tra Tarquinia, Civitavecchia e Montalto di Castro.
Alcuni del clan Casamonica erano già stati arrestati a Viterbo a giugno, il D'Ardes è stato preso il 22 luglio a Gioia Tauro.
Il 28 ottobre 2008, dopo lunghe intercettazioni telefoniche il Capo della Mobile di Reggio Calabria, Renato Cortese, ha provveduto ad altri arresti, a seguito dell'asse di ferro tra i Casamonica, i Piromalli e gli Alvaro per la gestione degli affari e la costituzione di società per il controllo del Porto di Gioia Tauro e di altri porti. Nelle mani della giustizia sono finiti Rocco Casamonica e il suo avvocato Mancini.
Della vicenda è stata investita anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma perché gli accordi tra cosche riguardano investimenti ed affari illeciti nella capitale e nel Lazio, “ad ulteriore dimostrazione di quanto sia grave la situazione dell'inquinamento mafioso nel Lazio” ha dichiarato al TG3 il capo della Mobile calabrese Renato Cortese.
La nostra associazione è abituata a fare nomi, cognomi e a citare fatti, assumendosi le responsabilità e qualche rischio.
Non comprendiamo pertanto i motivi per cui il Sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini, nel più totale silenzio del Sindaco di Tarquinia, punti alla realizzazione del Terminal Cina, distruggendo, tra l'altro un'area di notevole pregio ambientale e storico, un sito di importanza comunitaria.
Alla luce di questi ulteriori elementi non è il caso di prendere posizione?
Luigi Daga
Vice Segretario Regionale
Associazione Antimafia “Antonino Caponnetto”
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