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ITALIA / 01-12-2008

ITALIA : L'ECONOMIA E' COME LA GALLINA, PROTETTA DALLA VOLPE E LA FAINA. NASCONDERE LA CRISI NON E' ONESTO, NE' UTILE

Secondo il governo italiano ed anche molti esperti, l’Italia si troverebbe in una situazione più favorevole, nei confronti della crisi mondiale in atto, rispetto a tanti altri paesi occidentali.

Essenzialmente i motivi sarebbero due: l’ arretratezza del nostro sistema finanziario che, perciò, sarebbe stato meno contaminato dalle bolle speculative in atto e l’indebitamento aggregato (debito delle famiglie+debito dello stato),che  sarebbe addirittura inferiore a quello americano ed inglese, dove  l’indebitamento dello stato è sì molto minore del nostro, ma quello delle famiglie è molto più alto.

Per quanto riguarda la prima causa, apprendere che la nostra arretratezza ci ha, forse, salvato da una crisi maggiore, dovrebbe riempirci di orgoglio e di giubilo; con tutte le arretratezze che possiamo vantare,rispetto alla maggioranza dei paesi occidentali, abbiamo la speranza di diventare presto i primi!

Riguardo alla seconda causa, credo sia necessario soffermarsi  sui vantaggi, o minori svantaggi, che un maggiore indebitamento pubblico, rispetto a quello privato, possa rappresentare.

Di norma in un rapporto sinallagmatico lo stato è più forte del singolo cittadino , perciò ha maggiori possibilità di affrontare l’indebitamento e quindi, sarebbe preferibile che il maggiore debito faccia capo al soggetto più forte.

Esso ha diversi strumenti per farvi fronte, per esempio: la possibilità di diluire nel tempo il debito emettendo titoli, fino al consolidamento in casi estremi; quindi si potrebbe risolvere con una partita di giro!

Ma ciò vale solo se il debito è stato contratto con i suoi cittadini.

 Se invece i creditori sono cittadini o istituzioni straniere, al di fuori della sua sovranità, lo stato corre grossi rischi, perchè la sua posizione di insolvenza lo costringe a chiedere prestiti a stati stranieri, o istituzioni internazionali, a condizioni tali che potrebbero danneggiare la sua economia, la sua moneta e condizionare le sue scelte in politica estera; in pratica limitando la sua sovranità!

E’ quello che sta avvenendo, in questi giorni, alla repubblica Islandese, che è stata costretta a chiedere prestiti alla Russia ed al FMI.

Forse, in questo caso, i sacrifici che spettano ai singoli cittadini, potrebbero essere molto più pesanti di quelli che subirebbero se l’indebitamento facesse capo a loro, anziché allo stato, poiché quest’ultimo può venire in suo soccorso,essendo in possesso di tutta la sua sovranità e capacità finanziaria, come ha già iniziato a fare in America ed Inghilterra.

 Come invece potrà fare molto meno lo stato italiano, che possiede il debito pubblico, pro capite, più alto del mondo, circa metà del quale nei confronti di creditori esteri!

Prova è che, proprio in queste ore, il Presidente del Consiglio dichiara che non sarà possibile detassare le tredicesime, perché troppo oneroso ed il debito pubblico italiano non lo consente.

In effetti non ha torto, perché una eventuale crisi di liquidità dello stato provocherebbe il collasso del paese.

In queste situazioni di finanza pubblica, al governo è concesso solo interventi limitati, poco più di pannicelli caldi, mentre sarebbe stata necessaria una forte iniezione di liquidità per aiutare le famiglie in crisi.

Per questi motivi ritengo che la situazione italiana non sia migliore di altri paesi occidentali,  e che il rientro dalla crisi per noi sarà più lungo e doloroso.

Nasconderlo non è né onesto né utile.

 Sarebbe stato utile,invece , non mettere le mani in tasca agli italiani, per sottrarre loro  i tre miliardi necessari  per l’Alitalia, con la scusa di salvaguardare l’”italianità” della compagnia, quando, a causa del debito pubblico più di settecento miliardi, un grosso pezzo di Italia, è già in mano straniere!

Anche negli anni ottanta, quando ci fu la maggiore crescita del debito pubblico, con al governo del paese il famoso CAF ( che non è un centro assistenza fiscale, ma erano le iniziali di Craxi, Andreotti e Forlani), il senso di italianità era molto alto e, mentre il debito pubblico saliva in modo esponenziale, salivano anche,stranamente, di pari passo, le ricchezze di “alcuni italiani”molto vicini a quei nomi; mentre diminuivano, in  misura maggiore, le ricchezze e le prospettive di tutti gli altri!

Per ironia della sorte, ora uno di quegli italiani, chiamato a salvare i suoi compatrioti, indica proprio nell’eccessivo debito pubblico il limite che gli impedisce  aiutarli quanto sarebbe necessario, senza alzare, però, una sola voce di condanna nei confronti degli artefici di quel debito spaventoso, che ci sta strozzando..!

Forse sarà una forma di rispetto nei confronti di quello che è morto; come Pinocchio non svelò al contadino la tresca tra il suo amato cane da guardia e le quattro faine, per razziargli le galline, perché la povera bestia  era morta la mattina  prima!

 

Giuliano Massaro


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