|
LA SPEZIA / 12-12-2008
ESONDAZIONE DEL FIUME MARTA: SI IMPARI DA CHI HA GIA' RISOLTO SITUAZIONI CRITICHE SIMILI. UN LETTORE DI LA SPEZIA CI RACCONTA COME E PERCHE' CERTI DISASTRI SI POSSONO EVITARE
Egregi/e Non so quale sia la situazione del Marta, nè i criteri seguiti dalla Regione Lazio per la realizzazione degli argini che andrebbero completati, secondo i Cittadini, da casse di espansione, ma non credo siano gli stessi criteri seguiti, tra Liguria e Toscana, dall'Autorità Interregionale di bacino del Magra. Il Magra, pur essendo un fiume lungo solo 72 km, ha un bacino idrografico così piovoso, da essere il secondo fiume d'Italia dopo il Po per portata di piena: sarebbe quindi un fiume molto pericoloso! Oltretutto ha subito numerosi affronti nel passato, dalle escavazioni del tratto terminale, le più pesanti del Paese, a tentativi, per fortuna parziali, d'imbrigliamento; per fortuna è rimasto un fiume con ampi spazi naturali, il che ha permesso all'Autorità di bacino di effettuare un Piano di Assetto Idraulico innovativo ed ecosostenibile. Infatti gli argini si stanno facendo, ma molto lontani dalle sponde dell'alveo di magra, in modo da lasciare una Fascia di Riassetto Fluviale (FRF), laddove il fiume può liberamente esondare, comprensiva di aree naturalistiche e terreni agricoli: le casse di espansione vi sono, ma sono molto in alto lungo il bacino idrografico e sono solo due.
Poi si è provveduto ad altre azioni come lo studio della fascia di modellamento attivo, per consentire al fiume di divagare, almeno parzialmente ricreandosi un profilo più naturale. Infatti il raddrizzamento degli alvei e l'eliminazione dei meandri, fa scorrere i fiumi più rapidamente verso il mare, aumentando la velocità della acque e la violenza dei picchi di piena; inoltre in un alveo non strozzato la vegetazione non solo non crea tappi, ma è un ostacolo positivo perché frena la velocità dell'acqua. Andatevi a vedere il sito della Autorità di bacino del Magra www.adbmagra.it e lo constaterete; vedrete anche un Progetto, "V.A.R.A.R.E. un nuovo Vara" (dal nome del principale affluente del Magra), per rinaturalizzare una parte del fiume che ha subito l’affronto dell’artificializzazione. Prima di ridurre il Marta a un canale di scolo sarebbe meglio seguire l’esempio di una Pianificazione bioingegneristica come questa, e se il Marta fosse già imbrigliato, fare in modo di riprogettarlo più vicino possibile a come fosse allo stato di natura.
Alessandro Poletti
|
|