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SIBERIA / 28-06-2008

Il mistero di Tunguska (Siberia) compie 100 anni

Molte le ipotesi che da allora si sono succedute.
Si è parlato di disintegrazione di un asteroide, di antimateria cosmica e, ovviamente, di un ufo accidentalmente precipitato.

Cento anni fa, sui cieli della Siberia, ci fu un'esplosione che è stata paragonata a quella che produrrebbero mille bombe atomiche insieme! La misteriosa esplosione è data 30 giugno 1908.
Un quarto d'ora dopo le 7 del mattino, improvvisamente qualcosa che assomiglia ad un disco solare, con una accecante luminosità, sfreccia nel cielo sparando luci bianche e blu con tanto di scia di fuoco.
L'oggetto, sibilando, si abbassa rapidamente fino a fondersi con l'orizzonte producendo un'esplosione che fa vibrare il terreno.
Fortunatamente l'impatto avviene in una zona desolata della Siberia, Tunguska.

Gli effetti sono di vastissime proporzioni: circa 2 mila km quadrati di foresta devastata, migliaia gli
animali che muoiono.
Ancora oggi, a testimonianza del tremendo evento, sono visibili gli scheletri di centinaia di tronchi di alberi abbattuti e carbonizzati.
Gli effetti luminosi ed acustici di quell'esplosione furono avvertiti anche a oltre 500 km di distanza.
I sismografi europei naturalmente registrarono il tutto, interpretandolo come uno dei tanti terremoti lontani.
Solo molti anni dopo si verrà a conoscenza di quell'evento.

Tuttavia nelle notti successive al fatto, un altro fenomeno si manifesta alle popolazioni europee e asiatiche, una strana luminosità  crepuscolare che permane a lungo anche dopo il tramonto del Sole. Ne parla la stampa, definendoli "fantasmagorici bagliori notturni" e qualcuno ipotizza trattarsi di aurore boreali connesse all'attività del Sole.

Ma i primi veri studi sulla vicenda cominceranno solo a partire dal 1921, quando un ricercatore del Museo di Mineralogia di Petrograd, Leonid A. Kulik, fece un sopralluogo nella zona del disastro.

Raccolse una grande quantità  di prove e riuscì a ricostruire la traiettoria del corpo, ipotizza la caduta di un grosso meteorite.
Ma se così è, dove sta il cratere?
Malgrado numerosissime spedizioni durate anni, nessuna traccia del cratere e nè frammenti del meteorite.

Nel 1930 l'inglese J. W. Whipple, ipotizza essersi trattato non di un meterite ma di una piccola cometa che penetrando ad alta velocità  nell'atmosfera, può² dare luogo a un'onda d'urto e a un'esplosione distruttive e, nello stesso tempo, a causa della sua bassa densità della sua struttura a conglomerato di ghiacci e polveri, può essersi disintegrata completamente.
Ipotesi, questa, che tra l'altro spiegherebbe anche il fenomeno delle notti lucenti, il mancato ritrovamento di grossi frammenti meteoritici e l'assenza di crateri da impatto. Questa, ancora oggi, è l'ipotesi sostenuta da molti scienziati russi.

Ma in molti sono propensi ad ipotesi più suggestive: uno scontro fra la materia terrestre e un blocco di antimateria spaziale, lo scontro fra il nostro pianeta e un mini buco nero, o un'astronave extraterrestre esplosa in volo poco prima di toccare terra.


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