Una giornata di formazione culturale, la presentazione del libro del Prof. Felice Casula, svoltasi nel ridotto del Teatro dell’Unione di Viterbo, in Piazza Verdi, presente un pubblico numeroso e competente.
Il Professor Casula, autore del libro, è uno storico italiano i cui studi attengono all’epoca contemporanea, votati alle idee dei movimenti politici e sindacali, nonché alla storia delle istituzioni e della Chiesa di cui ha seguito i mutamenti sociali ed i processi formativi nelle varie fasi evolutive.
Studioso, storico, ma anche lavoratore in Svezia dove, in estate, lavorava per mantenersi agli studi.
Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università La Sapienza di Roma discutendo una tesi di Storia contemporanea.
Attualmente insegna alla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Roma tre.
Direttore scientifico di Rerum Novarum.Quaderni di studi sociali dell’Istituto culturale Leone XIII, dirige l’Archivio storico dell’Ufficio Studi delle ACLI.
Tra i suoi scritti autorevoli: Cattolici comunisti e sinistra cristiana;Continuità e mutamento.Classi, economie e culture a Roma e nel Lazio; Storia e storie tra otto e novecento; Le Frontiere delle ACLI. Pratiche sociali, scelte politiche, spiritualità. La Chiesa tra guerra e pace.
Il libro del Prof. Casula parla delle ACLI. Egli, racconta e fa rivivere, attraverso una serie di interviste agli Ex Presidenti delle Associazioni Cristiane del Lavoratori, quarant’anni di storia aclista.
Nel libro viene ripercorsa la storia di molti decenni mediata dalle testimonianze di illustri personaggi che si sono succeduti alla Presidenza delle ACLI: Emilio Gabaglio,
Domenico Rosati, Giovanni Bianchi, Franco Passuello, Luigi Bobbia.
Domande e risposte che ripercorrono momenti essenziali della storia italiana. Comprendono, cioè, gli avvenimenti legati al sequestro dell’On Aldo Moro, agli eventi di tangentopoli, dalla conclusione della Democrazia Cristiana alla nascita dell’Ulivo.
L’evolversi, però, dei vari processi sociali e politici, sebbene muti con il divenire degli avvenimenti storici, mantiene ferma la volontà ad essere fedele ai tre principi fondamentali: ai Lavoratori, alla Democrazia, alla Chiesa.
Le ACLI - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani - , acronimo declinato al plurale, sono costituite da un molteplicità di Associazioni, radicate su tutto il territorio nazionale. Nascono e si diffondono dopo la liberazione di Roma dall’occupazione tedesca e trovano la loro caratterizzazione nei ruoli di servizio alla persona, meglio del lavoratore. Mediano tra i partiti, le organizzazioni sindacali, le istituzioni civili e religiose. Rendono attiva la promozione sociale attraverso una rete di circoli, servizi, strategie politiche e progettuali focalizzate sulla famiglia, intesa come laboratorio della comunità.La famiglia, cioè, come soggetto sociale rilevante nel contesto politico nazionale non più relegato alla mera sfera privata. I cambiamenti sostanziali che caratterizzano la società moderna hanno permeato le dimensioni odierne della vita lavorativa e proposto nuove condizioni di sviluppo economico e sociale, di conoscenza, lavoro, cittadinanza, all’insegna del rispetto dell’altro, in nome di un sano principio di sussidiarietà tra istituzioni, associazioni e forze sociali: una vera politica integrata, per consentire alla famiglia un ruolo da protagonista, capace, altresì di auto-promozione ed auto-tutela.
Le ACLI si affacciano alla loro vita nel convento di Santa Maria sopra Minerva nell’agosto del 1944, anche se il movimento in se contiene i germogli del movimento dalla firma del patto di unità sindacale, stipulato fra le correnti (allora clandestine): cristiana, comunista e socialista, per costituire il sindacato unitario, cioè la Confederazione Generale per il lavoratori italiani. Tant’è che il logo dell’Associazione include, fin dalle origini, una croce, un libro aperto, un’incudine e un martello(quest’ultimo simbolo poi eliminato perché non fosse associato al logo politico), il badile e la spiga di grano incrociati, che, rispettivamente, erano a significare: la cristianità, l’istruzione, il lavoro.
Le ACLI, ancora oggi, nel corso di 60 anni di storia, hanno apportato al logo soltanto poche modificazioni, prettamente grafiche, mentre hanno proseguito nel loro indiscutibile evolversi, mantenendo con caparbietà le essenzialità del loro divenire, votato alla costruzione di una società in cui fosse assicurato, secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo integrale di ogni persona.
Struttura portante delle ACLI è il Patronato per l’assistenza e la tutela previdenziale dei lavoratori, mediata dalla presenza attiva dei numerosi volontari, i cui operatori interagiscono quotidianamente nel rispetto della solidarietà. Offrono assistenza per il disbrigo di pratiche per le pensioni, per la verifica dei contributi, per la compliziaone delle dichiarazioni dei redditi, pratiche di successioni alleviando i disagi del cittadino al cospetto della burocrazia.
Oggi le ACLI, pur continuando a svolgere il loro ruolo di servizio alla persona, si interessano sempre di più alla formazione professionale e all’orientamento, atteso che le associazioni moderne costituiscono luoghi di incontro e di scambio, un’officina, mi si passi il termine, di progetti e di iniziative.
Apre i lavori, in veste di moderatore, il Presidente Provinciale delle ACLI di Viterbo, Renzo Salvatori, il quale, dopo i saluti di rito ai convenuti e precisato che l’iniziativa è stata condotta in sinergia con l’Università della Tuscia, mediata dalla presenza e partecipazione del Prof. Marco Paolino, sottolinea la presenza attiva delle Acli nella nostra provincia attraverso servizi ed attività sociali con finalità di aggregazione e potenziamento degli obiettivi che coinvolgano la Famiglia. Sfida da condurre con impegno finalizzata ad ottimizzare le condizioni sociali di ciascun componente, sia esso bambino, anziano, lavoratore italiano o straniero.
Il Presidente della Provincia Alessandro Mazzoli sottolinea come l’iniziativa della presentazione del libro sia un’occasione importante di riflessione su un’esperienza, cioè, quella delle ACLI, attraverso cui tenere in considerazione i cambiamenti della storia del nostro Paese. L’analisi delle difficoltà dei momenti che stiamo vivendo ci deve stimolare a rinvigorire il sistema dei valori acquisiti per cementarli all’interno del tessuto sociale per non subire rischi di disgregazione e di sfaldamento. Forza delle ACLI, costruita nel tempo, per la capillarità dell’organizzazione, è la presenza sul territorio e costituisce un tessuto connettivo attraverso cui aggregare le persone e, con i singoli, le famiglie.
Monsignor Lorenzo Chiarinelli, Vescovo di Viterbo, nel suo intervento illuminato, sottolinea come la storia delle ACLI ci appartiene in tutta l’esperienza aclista, seppure in modo diversificato. Il testo del Prof. Casula si inserisce in altri scritti attinenti le frontiere delle acli e costituiscono la chiave di lettura del cammino di cui si parla nel libro, che nella forma di intervista, conduce ad andare oltre gli scritti. Vuol dire, altresì, interpellare la testimonianza degli intervistati con il vissuto di coloro che sono stati i protagonisti della storia delle acli in tutto il divenire, fino ai nostri giorni, nella contestualizzazione della storicità degli avvenimenti, collocati nello spazio proprio e nel tempo.
Ma, al fine di cogliere, la validità delle risposte degli intervistati, è importante conoscere e sapere interpretare le risposte sei singoli. E le risposte di ogni intervistato sono importanti anche perché inducono a cogliere l’essenza della domanda, perché la risposta, adeguata, si rapporta in modo temporale al vissuto delle esperienze dei singoli. Sarebbe lungo soffermarmi sulle singole interviste.
Ognuna di esse è pregna di contenuti di atti e fatti socio-politici, che inducono a sollecitazioni di vario genere dove dovrei semplificare molto e parrebbe come sminuire il lavoro del Prof. Casula. Mi piace dire, però, che il libro ci induce a sentirci ricchi di una storia. Una storia comune, ricca di idee, di passione di uomini e donne del nostro tempo. I personaggi intervistati incarnano le contraddizioni e le difficoltà dell’essere cristiani all’interno di un sistema ideologico, pronti per superare questo momento di difficoltà, spero, di passaggio, che viviamo.
Dall’intervita del Presidente Rosati che si accompagna a queste mie considerazioni, si possono cogliere i contenuti relativi alle reali attività svolte da ciascuna presidenza. Abbiamo ascoltato la relazione del Dott. Rosati con umile partecipazione, quasi che le azioni da lui svolte fossero una rappresentazione scenica attuale, colorita anche di aneddoti legati al suo mandato.
Demando l’approfondimento delle tematiche, argomento del libro in epigrafe, alla lettura del testo, mentre concludo con una considerazione personale.
E’ importante avere scenari certi verso cui concretizzarci, ricostruire le fila all’interno delle quali collocare l’impegno di ciascuno, perché siano ora come non mai fatti salvi i principi di fidelizzazione ai Lavoratori, alla Democrazia, alla Chiesa.
UNA BELLA STORIA ITALIANA, ma anche
UNA STORIA BELLA CHE CI PIACE LEGGERE.
Michelangelo Mantovano
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