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MILANO / 19-01-2009
SCALI AEROPORTUALI D'ITALIA: UN ESPERTO INTERNAZIONALE PARLA DI QUELLI PIU' A RISCHIO IN MATERIA DI SICUREZZA PER LE POPOLAZIONI LOCALI
Milano - ( UnoNotizie.it ) Il D. G. di ENAC Silvano Manera, in risposta ad una precisa domanda su “IL GIORNALE” del 15 gennaio afferma che «Da Linate solo a Roma ? IMPOSSIBILE !», adducendo a motivo della sua categorica risposta, a quanto è dato di capire, che le vessatorie norme dell’Unione europea (dove così bene eravamo rappresentati fino a poco tempo fa!) detterebbero, secondo il suo parere, che «… il traffico non può essere ridotto, … perché qualsiasi modifica in tal senso, anche con decreto, verrebbe rigettata dall’Unione europea, … una limitazione sarebbe possibile solo se motivata da un eccesso di rumore …».
Ora, ciò non è affatto vero, perché aeroporti come Milano-Linate, Napoli-Capodichino, Roma-Ciampino e Reggio Calabria (quanto meno) andrebbero chiusi da subito (come ha fatto la Germania con Berlino-Tempelhof secondo quanto rammenta il nostro D. G.) non per il rumore, ma per motivi di Sicurezza (con la S maiuscola!) per il loro elevato grado di pericolosità a fronte delle operazioni con i moderni aeroplani da trasporto a reazione, in quanto tali aeroporti non dispongono di una adeguata area di rispetto urbanistico e le R.E.S.A. di cui dispongono, come pure le relative “Clearways” a fine pista sono solo nominalmente ricavate e rispettose dei moderni criteri di sicurezza e salvaguardia delle popolazioni che vivono al di sotto della traiettoria di decollo e salita iniziale che, nel caso di Linate, sorvola pure il polo chimico-industriale di Pioltello. I citati aeroporti (quanto meno) e più precisamente le loro piste di decollo e d’atterraggio comportano il previsto sorvolo a bassa quota (se tutto va bene!) di centri abitati e di strade di comunicazione, sui quali la caduta di un aeromobile sarebbe catastrofica.
Anche la persistente difesa a spada tratta della scelta di Malpensa, quale hub ed aeroporto internazionale moderno (avallata a suo tempo da ENAC), non regge alla luce dei fatti, perché prima bisognava che ci fosse realmente l’esigenza di un hub (definito come un aeroporto con collegamenti verso oltre 100 destinazioni intercontinentali ed internazionali a lungo raggio che dall’Italia, in tutto, all’epoca, assommavano a meno di sessanta), ma soprattutto sarebbe stata necessaria la scelta lungimirante e migliore di una località non troppo vicina alle Alpi e alle Prealpi (cha a Malpensa precludono il traffico in atterraggio da N verso S in condizioni di nebbia), ma soprattutto che presentasse dei collegamenti autostradali e ferroviari diretti non solo con la metropoli lombarda, ma anche con Torino e con Genova (e quindi baricentrico al NW d’Italia), com’era previsto da uno studio del “Centro Studi per lo sviluppo del Trasporto Aereo” con sede a via Sallustiana a Roma fin dagli anni ’50 dello scorso secolo.
Ma tant’è … si continua con questa visione miope delle reali necessità di mobilità del cittadino italiano, fino a rischiar di fare un’altra cattedrale nel deserto, condita di irreparabili danni ambientali come nel caso del ventilato aeroporto di Viterbo, benedetto, al tempo della scelta dell’aeroporto che dovrebbe sostituire nel Lazio quello di Ciampino, anche dal parere dato dall’ENAC.
Com.te Renzo Dentesano
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