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ROMA / 28-01-2009
SUA MAESTA' IL FUORIGIOCO
ROMA (UNONOTIZIE.IT)…Purtroppo non c’è ragionamento logico che tenga, rispetto alla sacralità di regole e modalità antiche, ma in taluni casi dannose ed anacronistiche, incomprensibili, che permangono in talune discipline sportive, nonostante l’evolversi esponenziale della scienza e della tecnica… E’ di questi giorni il ritorno all’attualità dell’ipotesi dell’uso della ”moviola in campo”, ovvero di moderni sistemi di video controllo in soccorso del calcio, del vecchio football, che scisse definitivamente i suoi destini dal rugby nella Taverna dei Free Masons in quel di Londra il 26 ottobredel 1863. Di li a poco nacque sua maestà , la regola del fuorigioco, che crebbe modificandosi tra il 1886 e il 1925, affidandone ovviamente agli arbitri la responsabilità della constatazione. Non ci dobbiamo nascondere che l’insindacabilità del ruolo arbitrale, quello che viene avvertito come il sale del calcio, in realtà oggi sia divenuto un neo pernicioso, di cui ci si dovrebbe liberare prima possibile nell’interesse di tutti.Se l’atletica fosse rimasta alle regole originarie, ovvero a quelle vigenti 2700 anni fa ad Olympia, non sarebbero consentiti reclami alle giurie d’appello, fotofinish e controlli delle misure con sistemi elettronici di puntament tutti ricorderanno che proprio l’uso del mezzo video smascherò il falso risultato di Evangelisti ai Mondiali di Roma ’87, con tutte le conseguenze del caso. Allora, perché continuare a pretendere dalla fallibilità umana, ovvero quella degli arbitri, una capacità di controllo totale su episodi capaci di falsare e sovvertire risultati, di scatenare reazioni esagerate dei tifosi e violenze gravi da parte di delinquenti a caccia di futilipretesti. Per questo, dovremmo entrare nell’ordine d’idee che sua maestà il fuorigioco, la regola fondamentale su cui vivono e sopravvivono le risse sugli spalti e le polemiche sui media, possa scendere dal trono e si adegui almeno all’ordine d’arrivo, da decenni sottoposto all’ingiuria del “fotofinish”. L’aiuto dal “Grande Fratello” non sarebbe poi così traumatico e potrebbe consentire anche di annullare gol e rigori mal concessi, punire simulazioni e violenze in campo con sanzioni anche differite, tarare la valenza degli arbitri e degli assistenti sulla base di quanto puntualmente verificato dal mezzo elettronico. La portata educativa, la valenza sociale, la deterrenza ai fini della sostanziale e puntuale correttezza darebbero indubbi benefici anche al nostro tormentato ordine pubblico. Insomma i vantaggi sarebbero tali, che varrebbe davvero la pena di osare, magari tornando simbolicamente a discutere e decidere nella originaria Taverna londinese. Quando necessità fa virtù…
Ruggero Alcanterini – Presidente CNIFP
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