TARANTO, PARLANDO DI FUTURISMO CON PIERFRANCO BRUNI

TARANTO (UNONOTIZIE.IT)

La FIDAPA di Taranto, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, in occasione del Centenario del Manifesto Futurista (1909 – 2009), rende omaggio alla cultura del Futurismo con un incontro organizzato per il prossimo venerdì 27 marzo alle ore 17,30, nella Sala degli Stemmi della Provincia di Taranto (Via Anfiteatro, 4), sul tema “Parlando di Futurismo”.   La relazione sarà svolta da Pierfranco Bruni, Presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, che da anni svolge ricerche e attività sulle problematiche culturali legate alla cultura futurista, mentre l’introduzione della serata è affidata Giusy Ruggieri, Presidente della Fidapa di Taranto.   L’iniziativa rientra nelle attività culturali della Fidapa e del CSR “Francesco Grisi” con la finalità di aprire un dibattito, anche a Taranto, su un movimento che ha caratterizzato quasi tutti i percorsi culturali del primo Novecento. Il tracciato dialettico pone in evidenza una discussione che riguarda sì il Manifesto Futurista del 1909 ma apre una chiave di lettura su tutti i Manifesti prodotti dal Futurismo.    

UN APPUNTAMENTO CHE REALIZZA UN LEGAME TRA LA PROVINCIA MERIDIONALE E LA CULTURA NAZIONALE. UNA ATTENTA RIFLESSIONE CHE PONE ALL’ATTENZIONE IL RAPPORTO TRA LA CULTURA NAZIONALE E L’EUROPA INTORNO A MODELLI ARTISTICI E LETTERARI CHE HANNO POSTO AL CENTRO LA CULTURA COME VERA E PROPRIA ‘RIVOLUZIONE. QUELLA RIVOLUZIONE CHE SIGNIFICA LINGUA E COLORE. FORMA E VISIONE DELLA VITA  

“Il Novecento Italiano “subisce” o vive, secondo Pierfranco Bruni, una rivoluzione nella parola attraverso il coraggio degli “impoetici” futuristifacendo aprire gli occhi su un Romanticismo poetico, tranne gli Scapigliati, caramelloso, mieloso, giobertiano riducendo il pascolismo, giustamente, a stornellate, come diceva Cardarelli, di osteria e il carduccianesimo a sarcasmo del ‘T’amo pio bove…’ ormai indigeribile. Il Futurismo è stato una avanguardia nazionale in un tempo in cui le correnti letterarie italiane subivano influenze più straordinarie da altri contesti non italiani. Il Futurismo, sottolinea ancora Bruni, fu un movimento italiano che puntava a rinnovare il linguaggio strappando quelle forme romantiche e i “chiari di luna” che avevano dominato la poesia del primissimo Novecento. Molti poeti, aggiunge Pierfranco Bruni, che aderivano al Futurismo provengono da una cultura non futurista ma che trovano all’interno della cordata futurista una libertà espressiva che diventerà non solo espressione sintattica ma anche tessitura poetica”.