VITERBO / 10-04-2009
VITERBO: ''EDILIZIA DROGATA'', APPELLO DENUNCIA NELLA TERRA MARTORIATA DA ''PALAZZINARI SPREGIUDICATI''
VITERBO (UNONOTIZIE.IT)
Il Presidente del Consiglio, in modo encomiabile, è presente tutti i giorni in terra d’Abruzzo dove, nella tragedia, unitamente al pianto ed alla riconoscenza di tutti per la prontezza d’intervento della Protezione Civile ed per la abnegazione dei generosissimi volontari va, di giorno in giorno, crescendo la rabbia per quello che un giornale ha definito in modo molto efficace un Paese da rottamare.
Sì, da rottamare quanto ad edilizia pubblica e privata lasciata spesso in mano, senza efficaci controlli, a spregiudicati palazzinari che antepongono il profitto al rispetto delle norme di sicurezza.
Siamo un Paese ad alto rischio sismico ed il viterbese non è certamente da meno. Abbiamo ancora vivo il ricordo del terremoto di Tuscania del 1971, il paese distrutto e le centinaia di morti.
Una ferita difficilmente cancellabile.
Ed allora visto che il Presidente Berlusconi, come riportato anche nelle ultime notizie, intende affidare alle Province d’Italia un tassello del mosaico progettuale di ricostruzione di quel territorio martoriato, perché non prendere lo spunto da questa iniziativa, per fare, attraverso l’intervento puntuale delle autorità cui è devoluto il controllo del territorio, una verifica capillare del nostro patrimonio edilizio pubblico e privato, con particolare riferimento ai nuovi insediamenti urbani, visto e considerato che
la Città di Viterbo e la Provincia, in questi ultimi anni, soffrono, indubbiamente, di un fenomeno che proprio un costruttore locale ha definito di “edilizia drogata”, intendendo per essa una cementificazione eccessiva ed inspiegabile in rapporto al numero degli abitanti e quindi ad una domanda certamente molto più contenuta rispetto alla straripante offerta di nuove abitazioni.
Rivolgiamo da cittadini un appello quindi al Prefetto, al Presidente della Provincia ed ai Sindaci di tutta la Provincia affinché si attivino nell’effettuare severi controlli sullo stato degli edifici pubblici, in particolare ospedali e scuole, ed a verificare che le più recenti costruzioni siano state realizzate nel rispetto delle norme antisismiche.
Sarebbe auspicabile che questo nostro appello venisse raccolto dai consigli comunali/provinciale e trasformato in una delibera di indirizzo.
La sicurezza sociale si fa nella prevenzione.
La solidarietà del dopo è molto bella, ma non paga.
Dopo qualche anno di una tragedia consumata, tutto ritorna come prima.
Bruno Barra
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