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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) / 19-05-2009

RIGASSIFICATORE GIOIA TAURO/ Saccheggio del territorio e colpo di grazia per un Porto già in difficoltà

Rigassificatore di Gioia Tauro: Per Pbc la realizzazione del più grande rigassificatore d’Italia arrecherà danni ai pescatori di Gioia Tauro e all’attività principale di trashipment mettendo a rischio un indotto lavorativo di 3.000 persone. Se dovesse realizzarsi sarebbe il colpo di grazia per un Porto già in difficoltà a tutto vantaggio di altri siti d’Italia e d’Europa


GIOIA TAURO - REGGIO CALABRIA (UnoNotizie.it)

La Giunta Regionale della Calabria con a capo il suo Presidente Agazio Loiero e con il benestare dei Commissari Prefettizi dei tre Comuni  della Piana: Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando hanno deciso che nell’area portuale verrà installato il più grande rigassificatore d’Italia.

Per l’ennesima volta si procede imponendo decisioni calate dall’alto che avranno ripercussioni perenni sul territorio, esponendo a rischi e pericoli i cittadini della PIANA, ai quali addirittura viene fatto credere di poter contribuire a decidere quando invece è già tutto stabilito e già firmato. Che senso ha chiedere un parere ai cittadini quando Loiero ha già firmato l’accordo?

Se sol si considera che nei pochissimi porti del mondo in cui vi sono rigassificatori, all’arrivo delle navi metaniere vi è un blocco totale del traffico marittimo, come potrà la realizzazione del più grande rigassificatore d’Italia conciliarsi e non arrecare danno all’attività principale di trashipment e ai pescatori?
Il rischio è che l’impianto di rigassificazione possa dare il colpo di grazia ad un Porto già in difficoltà per la spietata concorrenza di altri siti. Inoltre chi ci assicura che al primo anche  piccolo incidente le maggiori compagnie di navigazione che oggi preferiscono Gioia Tauro non si orientino su altri approdi più sicuri?

Il tutto si sta concretizzando senza considerare il rischio enorme a cui una tale struttura - contenente 12 miliardi di metri cubi di gas (tenendo presente che l’esplosione di una normale bombola di gas da 10 kg usate in famiglia rade al suolo un palazzo di 5 piani) -  esporrà i cittadini residenti, per la possibilità del verificarsi da un momento all’altro del sisma e/o maremoto di fine o inizio secolo che da sempre si verifica nella nostra zona considerata ad altissimo rischio sismico. 

A questo punto è chiaro che è proprio il governo regionale di “centro sinistra” vuole il rigassificatore a Gioia Tauro a tutti i costi. In Calabria si constata che a tale andazzo si sono adeguati anche i tradizionali partiti di sinistra, un tempo anche di “lotta” oggi solo di governo, che dall’interno della Giunta invero non hanno impedito tale scempio. Sul punto mai una critica all’operato del Presidente mai una minaccia di caduta di governo.

Questo tipo di politica calabrese sempre uguale e trasversale nel corso degli anni ha devastato la Piana di Gioia Tauro facendola diventare terra di conquista a vantaggio di multinazionali nordiste e addirittura estere. Al Porto le maggiori aziende sono del Nord Italia, all’inceneritore ci sono i francesi della multinazionale “Veolia”, a Rizziconi nella centrale Turbogas gli svizzeri. E per completare il saccheggio del territorio e dell’ambiente, con un po’ di nostalgia per il passato, si potrebbe pensare che per completare l’opera  mancano solo i saraceni. Mentre la piana langue nella disoccupazione e nel precariato più alto d’Italia.


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