MILANO / 13-06-2009
DATI ELEZIONI EUROPEE ED AMMINISTRATIVE/ i flussi elettorali tra Pd, Pdl, Idv, Lega, Pdci-Prc e Sinistra e Libertà
MILANO (UnoNotizie.it)
Mentre si stempera l'irritazione del premier Silvio Berlusconi per non aver superato il 40% con il suo partito e i 3 milioni di preferenze con il suo nome, dato che era capolista in tutte le circoscrizioni, il Pdl tiene ad evidenziare che ha comunque 4 eurodeputati in piu' rispetto a 5 anni fa, quando Forza Italia ed Alleanza Nazionale si presentarono divisi.
Nonostante ciò il problema di Silvio Berlusconi, secondo i più informati, rimane pero' sempre legato quel 3 milioni di voti persi rispetto alle elezioni politiche di un anno fa.
Per capire, in parte, cosa accade nell'elettorato, è interessante uno studio della societa' Swg sui flussi elettorali: all'incirca 2,5 milioni di elettori del Pdl si sono astenuti rispetto a un anno fa. Il Pdl ha ceduto quote di voti a Lega Nord e Idv.
Per quanto riguarda il Pd, lo stesso perde 4 milioni di voti rispetto al 2008.
2,8 milioni di ex elettori che votavano per il Partito Democratico si sono astenuti. Solamente il 58% di chi aveva votato Pd ha confermato il suo voto. L'Italia dei Valori, che ha ottenuto l'8%, deve il suo successo a 900 mila voti ottenuti dall'ex elettorato del Pd e dall'aver ottenuto consensi anche tra gli elettori del centrodestra.
La stabilita' del proprio elettorato rispetto a un anno fa e' solamente del 47%.
La Lega Nord, vittoriosa nel voto europeo e amministrativo, ha potuto contare sul 61% degli elettori che non hanno cambiato idea rispetto al 2008. L'incremento dei consensi viene dall'elettorale del Pdl e in minima parte da quello del Pd.
L'Udc conquista aree di elettorato sia del centrodestra sia del centrosinistra che si sono andate ad aggiungere al 58% di elettori che hanno confermato il voto di un anno fa. Le liste di Prc-Pdci e Sinistra e Liberta', entrambe sopra il 3%, sono riuscite a recuperare parte del voto che nel 2008 aveva premiato il Pd, più di 600 mila voti.
Tra i dati elettorali regionali, spiccano quelli di Umbria e Marche, dove il Partito Democratico è molto radicato. In Umbria il Pdl diventa il primo partito con il 35,8% in confronto al 33,9% del Pd (quest'ultimo perde 11 punti in percentuale rispetto al 2008). Nelle Marche il Pdl ottiene il 35,2% mentre il Partito Democratico si ferma al 29,9%. Il Pdl strappa pure a Roma e nel Lazio il piedistallo di primo partito al Pd, che pure governa alla Provincia di Roma con Zingaretti ed alla Regione Lazio con il Presidente Piero Marrazzo.
Nell'Italia del nord il dato piu' significativo è il testa a testa nei consensi tra Lega Nord e Pdl in Lombardia e Veneto. Per quanto riguarda la circoscrizione nord-orientale per il Parlamento Europeo il Carroccio ottiene il 28,1% e il Pdl il 28%. Il Pdl si conferma 1° dei partiti in Liguria e Piemonte.
Il partito di Silvio Berlusconi si aggiudica il 41,9% nella circoscrizione meridionale e il 36,5 in quella insulare. Per quanto riguarda la Sicilia il Pdl perde il 10% a causa della concorrenza della lista promossa da Raffaele Lombardo, Governatore della Regione.
Passando al voto amministrativo, il Partito Democratico resiste in Emilia Romagna ed in Toscana. Filippo Penati, del Pd, Presidente uscente della Provincia di Milano, va al ballottaggio con Guido Podesta' (Pdl). Il centrodestra ottiene le Province di Cremona, Lecco, Monza, Lodi e Sondrio. Il centrosinistra perde le Province di Cuneo, Novara, Biella e Verbano-Cusio-Ossola.
Ballottaggio alla Provincia di Torino tra Antonino Saitta (centrosinistra) e Claudia Porchietto (Pdl-Lega).
Ballottaggio anche per l'elezione dei sindaci a Firenze e Bologna. Pd e centrosinistra si confermano alla guida delle Province di Bologna, Firenze, Forli'-Cesena, Modena, Reggio Emilia, Pisa, Pistoia, Siena e Livorno.
Al centrodestra passa Piacenza che impone il ballottaggio pure ad Arezzo, Grosseto e Prato, comuni tradizionalmente di centrosinistra.
Le Province di Napoli, Salerno e Avellino che erano amministrate da coalizioni capeggiate dal Pd, vengono conquistate dal Pdl. Lo stesso accade per le amministrazioni provinciali di Teramo, Pescara e Chieti che erano guidate dal centrosinistra.
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