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Roma / 29-10-2009
IL GASTRONOMO RACCONTA / La sala da tè Babington’s si tinge dei colori della Cina
e ci accompagna nel suggestivo mondo del Puerh
Tre incontri per assaporare il prezioso infuso e lasciasi sedurre dalle tradizioni secolari dello Yunnan
La storica sala da tè Babington’s situata al piano terra di un prestigioso palazzo settecentesco affaciato sull’incantevove Piazza di Spagna, ha ospitato “Time for China” un viaggio tra arte, moda e tradizioni secolari dello Yunnan "A Sud delle nuvole"; provincia cinese situata nell’estremo sud-ovest che da oltre 2000 anni produce il pregiato tè Pu’er (Pu-erh).
L’evento, che si è articolato su tre incontri pomeridiani programmati per mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23 non è stato solo l’occasione per assaporare il prezioso infuso ma anche per immergersi in un suggestivo viaggio tra l’arte e la storia dei popoli che lo producono. Grazie alla collaborazione con la Galleriaotto (Rione Monti, a due passi dal Colosseo), punto di riferimento per la diffusione e la conoscenza dell’arte cinese dal settecento ad oggi, le giornate di mercoledì e giovedì sono state all’insegna dell’arte e della musica.
La prima, dedicata all’etnia Miao, con mostra dei loro abiti colorati con scure tinte naturali, le curiose gonne dalle cento pieghe, gli eleganti mantelli e i numerosi copri capo, arricchiti con preziosi ricami, che hanno decorato le vetrine del locale creando, così, un’affascinante e allo stesso tempo avvolgente atmosfera cinese. Nella seconda giornata, la protagonista è stata la musica dello Yunnan, con la proiezione di un concerto tenutosi a Lijiang, antica città patrimonio dell’Unesco, eseguito da un gruppo di anziani musicisti della minoranza Naxi.
Il momento spirituale di questo evento si è però concretizzato venerdì con la cerimonia del tè eseguita dalla maestra di cerimonia Qi Meng Han che ha preparato e servito un Pu’er raccolto nel 2004 e conservato in panetto. Un doveroso silenzio ha accompagnato i gesti rituali, quasi magici, eseguiti con cura e meticolosità dalla maestra di cerimonia, tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e ci portano a contatto con Madre Terra, in una dimensione quasi ancestrale.
L’apertura del panetto, il prelievo delicato delle foglie essiccate mediante il tradizionale punteruolo, la loro lieve tostatura in una piccola anfora di argilla riscaldata sul fuoco di un braciere in legno alimentato da olive cinesi carbonizzate e poi l’infusione, per pochi minuti, con l’acqua, mantenuta calda in un tradizionale bollitore di terracotta. Il Pu’er deve il suo nome dall’omonima zona di produzione situata nell’odierna Simao, nella provincia dello Yunnan.
E’ prodotto utilizzando antiche tecniche e raccogliendo solo le foglie di piante millenarie, di una specifica varietà di Cammelia Sinensis a foglia grande, che crescono sul gruppo montuoso Xishuangbanna. Le particolari condizioni pedoclimatiche favoriscono e conferiscono al prodotto gusto e proprietà uniche.
È un tè dalla duplice attitudine può essere consumato immediatamente dopo la preparazione oppure fatto stagionare, anche per diversi anni, in tipici panetti. Ma sono le sue proprietà salutistiche l’aspetto più importante, infatti a questo infuso oltre alle virtù antiossidanti è riconosciuta la capacità di controllare il colesterolo e favorire la digestione.
Andrea Russo
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