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ROSARNO -REGGIO CALABRIA- / 17-01-2010
ROSARNO, OMELIA DI UN SACERDOTE CHE SCUOTE LE COSCIENZE / Rosarno, località dove la 'ndrangheta non vuole ribellioni
Reggio Calabria, Rosarno: nel paese della 'ndrangheta, l'omelia del parroco durante la s.messa
Ricordiamo che la scorsa settimana a Rosarno, alcuni senegalesi avevano circondato la casa del boss locale. La 'ndrangheta non accetta che nei paesi sotto il suo dominio, ci si ribelli specialmente se di colore.
Ciò potrebbe costituire, per le cosche, un pericoloso precedente facendo riflettere anche molti calabresi che ancora non si ribellano a chi controlla le loro terre e le loro vite.
I fatti di Rosarno inoltre hanno distolto l'attenzione dell'opinione pubblica e dei mass media dal grave attentato dei giorni scorsi, la bomba a Reggio Calabria presso la Procura : è solo una coincidenza? o una decisione presa a tavolino dalla 'ndrangheta?...come dice un vecchio detto: " con una fava due piccioni".
Ma ecco alcuni passi dell'omelia di Don Pino a Rosarno "Bisogna aiutare i fratelli che sbagliano", dice il sacerdote. "E in questi giorni che stiamo vivendo qualcuno ha sbagliato. Ma questo non ci autorizza a colpirlo, a inseguirlo, a ucciderlo, a cacciarlo. Ci obbliga a capire, a fermarci. Per non sbagliare più. Questo dobbiamo fare se vogliamo essere dei cristiani".
"Se ho un fratello in famiglia non posso picchiarlo o cacciarlo di casa perché ha rotto un vaso. Devo andargli incontro, sostenerlo, capire cosa è accaduto". "Vedo finalmente questa chiesa piena, sono contento che moltissimi tra voi sono tornati. Ma vedo anche che manca qualcuno". Poi parlando ai bambini dice: "Lo vedete anche voi. Non c'è John. Vi ricordate di lui? Veniva ogni domenica". I bambini lo seguono "Mancano anche Christian, Luarent. E Didou, il piccolo Didou. Mancano i suoi genitori. Erano come voi, con la pelle più scura, venivano dall'Africa. Non ci sono perché li hanno cacciati".
"Mi rivolgo ai più grandi, ai genitori. Perché loro hanno un ruolo importante, formativo. A voi dico non vi fate trascinare verso ragionamenti e reazioni che non sono da cristiani. E' facile dire: abbiamo ragione noi. Quando siete nati, Dio è stato chiaro questo è mio figlio. Lo siamo tutti. Tutti abbiamo diritto alla vita, una vita dignitosa, che non ci umili. Anche quelli di un altro colore, anche quelli che sbagliano sempre. Se vogliamo essere cristiani noi non possiamo avere sentimenti di odio e di disprezzo".
"Possiamo anche dire che abbiamo sbagliato. Che i miei fratelli, bianchi e neri hanno sbagliato. Ma lo dobbiamo dire sempre. Non solo quando qualcuno ci sfascia la macchina. Lo dobbiamo sostenere con forza anche quando altri fanno delle cose ancora più gravi. Cose terribili. Dobbiamo avere il coraggio di gridare e denunciare". Poi guardando verso il presepe dice : "Non avrebbe senso aver allestito questa opera. Non avrebbe senso festeggiare il Natale. Meglio distruggerlo e metterlo sotto i piedi. Dobbiamo celebrarlo convinti dei valori che lo rappresentano. Perché crediamo nella misericordia e nella solidarietà. Se invece non abbiamo la forza di ribellarci ai soprusi e alle ingiustizie e siamo pronti alle violenze nei confronti dei più deboli, allora non veniamo più in chiesa. Dio saprà giudicare. Saprà chi sono i suoi figli".
"Non mi ero preparato alcuna omelia. Ho detto queste cose perché le sentivo. Perché mi sono state suggerite. Non da qualcuno tra voi. Ma da Dio. Potrò sembrarvi presuntuoso. Ma Dio, che ha assistito alle violenze di questi giorni, mi ha chiesto di dirle ai suoi figli. Figli come voi. Figli che hanno sbagliato e che vanno aiutati a non sbagliare più".
Uno Notizie Reggio Calabria - Rosarno -
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