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VITERBO / 15-02-2010
RADON NELL'ALTO LAZIO / rischi sanitari e sismici
Sono in fase di pubblicazione gli atti di un importante simposio internazionale, svoltosi dal 14 al 17 Maggio 2008 a Civita di Bagnoregio, simposio sulla " Conservazione e Sviluppo Sostenibile delle Città del Tufo un percorso ideale tra Pitigliano, Civita di Bagnoregio e Orvieto" organizzato dal Word Monuments Fund.
Tra le varie relazioni, c' è un importante contributo sulle emissioni di gas Radon e la loro influenza sia in termini sismici sia in termini sanitari. Si parla anche di previsione di terremoti, e questo molti mesi prima del caso Giuliani a proposito del terremoto dell'Abruzzo. In questo contesto la relazione sviluppata dal Prof. Dr Fabrizio Aumento e dal dott. Giovanni Cherubini, fissa sulla problematica Radon importanti punti di riflessione. È ben noto che inalare Radon per lunghi periodi può causare lo sviluppo di tumori, principalmente ai polmoni.
Il Radon è la seconda più comune causa di questi tumori dopo le sigarette: una combinazione Radon/sigarette è particolarmente nociva. La Commissione Europea/Euratom ha fissato i livelli guida per le concentrazioni di Radon all’interno delle abitazioni e dei luoghi di lavor 200 Bq/m³ e 400 Bq/m³ rispettivamente per case nuove e già esistenti e 500 Bq/m³ per i luoghi di lavoro. Ma il Radon non è emesso in maniera uniforme. Per esempio, se l’emissione media in Italia è di circa 70 Bq/m³, nel Lazio questa si eleva a 110 Bq/m³, nella provincia di Viterbo a 260 Bq/m³, nella città di Bagnoregio a 1.200 Bq/m³ e a Civita di Bagnoregio vi è un valore estremo di oltre 2.000 Bq/m³.
Questi valori massimi si trovano soprattutto nelle cantine; la concentrazione diminuisce ai piani superiori, ma rimane comunque intorno alle centinaia di Bq/m³. Questi valori sono dovuti sia alle emissioni provenienti dai materiali utilizzati per la costruzione degli edifici (tufi, pozzolane, lave) sia alle faglie e fessure aperte nel terreno. Queste possono essere evitate dai costruttori edili qualora ne conoscano l’esatta posizione. Le case già costruite possono essere decontaminate con semplici interventi.
A Bagnoregio le concentrazioni Radon sono state ridotte in alcuni casi dopo le campagne di informazione effettuate dai ricercatori: i cittadini, una volta messi a conoscenza del problema, hanno la possibilità di ridurre i rischi.
In realtà, misurando la quantità di Radon emessa dal sottosuolo, si percepisce la somma di una serie di fattori che interessano l’emissione del gas prima che questo raggiunga la strumentazione. Ciò accade sia a lungo termine attraverso rilevatori passivi sia attraverso continue registrazioni fatte con strumenti elettronici attivi. Tra i fattori che giocano un ruolo importante, possiamo trovare:
• la geologia circostante, la sua capacità di generare Radon, nonché la sua permeabilità (alta tra le rocce piroclastiche e bassa per rocce argillose);
• gli effetti dei cicli lunisolari (le “maree” di Radon prodotte dagli effetti gravitazionali del Sole e della Luna) che generano due elevate emissioni del gas ogni 24 ore (in sincronia con le maree marine e terrestri);
• concentrazione e ubicazione del Radio, elemento radioattivo generatore del Radon; il Radio che risiede nelle profondità dei lattici cristallini delle rocce genera Radon che ne rimane intrappolat difficilmente raggiungerà la superficie;
• la stabilità tettonica dell’area; minimi shock sismici o addirittura il passaggio di veicoli pesanti possono dilatare o restringere condotti esistenti, come fratture e sottili fenditure che facilitano le migrazione del Radon;
• la prossimità di falde acquifere superficiali; le acque sotterranee hanno la tendenza di captare e trasportare il Radon verso zone a più bassa concentrazione;
• nello stesso modo, correnti d’aria nelle fratture captano e trasportano il Radon;
• l’umidità ambientale, le precipitazioni piovose, la pressione atmosferica, i venti e la temperatura.
Una singola misura dell’efflusso del Radon è soggetta a tutte queste influenze; questo rende difficile individuare un effetto particolare, inclusa l’attività tettonica. Le misure integrate (passive) possono tuttavia essere usate per distinguere faglie/fratture che sono aperte e/o attive da quelle che sono sigillate e inattive, anche se presentano buone caratteristiche geomorfologiche. Nella zona di Bolsena/Bagnoregio/Civita/Montefiascone, dopo due mila e più misure effettuate negli ultimi 25 anni, i ricercatori riscontrarono solo deboli emissioni di Radon lungo le faglie d’importanza geologica (le faglie “appenniniche”, cioè NW-SE, e quelle dovute al collasso della caldera di Bolsena).
Entrambe questi sistemi sono ora sigillati e inattivi; ma i rilevamenti Radon dimostrarono che queste faglie sono state sostituite da nuovi sistemi di faglie attive “anti-appenniniche” (NE-SW), come quella di Bagnoregio. Le emissioni di Radon sopra queste faglie raggiungono comunemente i 10.000 Bq/m³, nonché i 140.000 Bq/m³ in alcuni punti.
I ricercatori ubicarono stazioni elettroniche (attive) con registro continuo delle emissioni Radon sopra siti con forti emissioni, ma con minimi disturbi. Poiché un principale fattore che influenza le emissioni è l’effetto gravitazionale lunisolare, le emissioni vennero analizzate in funzione dei mesi lunari e non secondo quelli del calendario Gregoriano. In questo modo,l’andamento grafico viene generato sommando le emissioni durante più mesi. Quando si soprappone un evento sismico, il nuovo grafico mostra discrepanze con quelli dei mesi precedenti.
L’evento sarà visto come un improvviso e forte disturbo sia in termini di tempo sia d’intensità. Negli ultimi 15 anni vennero registrati tali eventi da 12 stazioni simultanee ubicate nelle isole vulcaniche delle Azzorre. Simili esperimenti sono tutt’ora attivi nell’Alto Lazio. Queste stazioni di monitoraggio continuo, posizionate in caverne o gallerie profonde, registrano occasionali pulsazioni di Radon che vanno dai pochi Bq/m³ a oltre 35,000 Bq/m³ in poche ore. Nonostante la quantità di dati disponibili, rimangono ancora molti dubbi: per alcune di queste forti pulsazioni non sempre si trova una corrispondente attività sismica. I ricercatori stanno tutt’ora cercando di spiegare queste anomalie.Nel frattempo, queste pulsazioni Radon, prese insieme ad altri fattori, possono offrire importanti indizi che non sono da sottovalutare per le possibili previsioni dei terremoti.
Uno Notizie - Tuscia - Viterbo
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