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MONTALTO DI CASTRO (VT) / 15-02-2010

LETTERE, MONTALTO DI CASTRO, NUCLEARE / In Italia arrivano i conflitti: dove mettere centrali nucleari e scorie radioattive?





Già ho espresso il mio parere in merito al ritorno del nucleare a Montalto di Castro…

Ma credo che stavolta Silvio Berlusconi troverà  tante difficoltà ad utilizzare quel sito, a cominciare dai segreti diktat del Vaticano che non vuole alle porte di Roma una bomba ad orologeria, sino alle indicazioni dei Servizi che vedono una centrale nucleare  vicina alla capitale come un possibile target del terrorismo internazionale. 

Quindi, il sito che sarebbe il più “logico”, essendoci già una struttura pronta che sta lì in attesa da tempo per “tornare in uso”, in realtà diventa il  posto meno indicato per installarvi uno dei nuovi impianti ad uranio. 

Perciò le scelte governative si restringono – giocoforza – alle regioni meridionali o più periferiche:  Termini Imerese, Puglia, Caorso…?


Intanto vediamo che in prossimità delle prossime amministrative di marzo, tutti i candidati governatori sia di destra che di sinistra, affermano di essere contrari all’installazione di impianti nucleari… e  lo fanno con varie motivazioni…

Ad esempio la Polverini (Renata), aspirante presidente del Lazio per il PDL, afferma di essere d’accordo con le scelte governative sul nucleare ma di  ritenere che il Lazio non abbisogni di nuove centrali, essendoci già Montalto di Castro e Civitavecchia (funzionanti a poli-combustibile e Carbone e che tra l’altro assieme fanno il polo energetico più potente d’Europa).

Certo, questa affermazione sembra un po’ strumentale… si capisce che il nucleare farebbe perdere voti… ed allora perché il governo insiste su tale scelta scellerata? Semplice… questo governo ha bisogno di creare movimento economico e la costruzione di nuovi impianti metterebbe in moto tutta una serie di industrie…(diciamo anche mafie) e poco importa che il risultato finale, dal punto di vista della produzione energetica,  sarebbe “nihil” in quanto già si sa che l’uranio sta per finire (come il petrolio) e che inoltre non sapremmo dove sistemare le scorie radioattive (avendo anche gli USA posto un diniego). 

Quel movimento economico attivato dal governo sarebbe sterile e  di breve durata e lascerebbe una scia di macerie e distruzioni tale da sancire la definitiva bancarotta dell’Italia.


Le stesse risorse economiche investite inutilmente sul nucleare potrebbero creare una rete infrastrutturale efficiente per la produzione energetica pulita e per il riciclaggio delle materie prime di scarto (i famosi RSU che ora finiscono negli inceneritori o nelle discariche, invece di creare ricchezza e lavoro per una vera ripresa  sociale, economica ed ecologica..). Ma questo governo è cieco e sordo.

Ma:  "La verità prima o poi viene a galla..." (Saul Arpino)

 
Paolo D’Arpini



www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio






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