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FALCONARA / 19-03-2010

MARCHE, PIANO SPIAGGIA / Falconara, la Lista Civile Cittadini in Comune: no a spiagge salotti buoni e spiagge sgabuzzini







Marche, le spiagge di Falconara - La Lista Civile Cittadini in Comune non è contraria ai progetti degli imprenditori del Consorzio FALCOMAR. Il loro impegno economico sulla spiaggia falconarese è riconosciuto e va assecondato perché si riverbera positivamente sulla qualità della città.


Ma CiC pretende che tutta la spiaggia venga riqualificata, evitando di creare zone “sgabuzzino” per garantire i “salotti buoni”!

Sappiamo che non è intenzione del Consorzio Falcomar creare “sgabuzzini” sul litorale.

Non siamo altrettanto convinti della volontà dell’Amministrazione Brandoni visto il metodo usato per l’adozione del Piano spiaggia che, fino ad oggi, ha evitato ogni forma di concertazione con associazioni e cittadini fruitori della spiaggia falconarese.

E ci preoccupano molto le argomentazioni dei Consiglieri comunali del PdL che valutano la spiaggia da Villanova a via Roma (1° cavalcavia) soltanto degradata e gravata dal Sito Inquinato di Interesse Nazionale.

Una situazione considerata dal PdL come una sorta di fatalità!

Per Cittadini in Comune, l’attuale “declassamento” della spiaggia di Villanova non è stato un evento naturale ed ineluttabile ma deriva direttamente dal connubio tra voraci strategie industriali e cecità programmatrice delle Amministrazioni pubbliche precedenti.

Se una parte della spiaggia - e non tutta come sostiene il PdL e l’Amministrazione - è gravata dal vincolo di bonifica significa che la sua situazione non è irreversibile, significa che chi ha inquinato le falde di idrocarburi, per Legge, dovrà riportare la zona ad una condizione di “normalità”!

Già questa certezza dovrebbe suggerire all’Amministrazione comunale e alla sua maggioranza del PdL di considerare il quartiere Villanova come luogo da riqualificare e non come il “ripostiglio” della città, nel caso specifico lo sgabuzzino delle barche sparse lungo l’arenile di Falconara.

Questo è il senso dell’attuale non appoggio di CiC al Piano spiaggia adottato dalla Amministrazione Brandoni ed è il senso del nostro emendamento bocciato dalla maggioranza la quale, ad esso, ne ha sostituito uno molto più blando.

I rischi di una ulteriore dequalificazione del litorale da Villanova a via Roma sono i seguenti:

- se le barche da spostare nel futuro ridosso di Villanova sono circa 160, perché pensare ad una struttura che ne possa ospitare circa 360?
      * - Se non ci saranno investimenti adeguati per un ridosso funzionale, a regola d’arte e rispettoso della spiaggia pubblica, chi impedirà di trasformare la zona di Villanova in un caotico accumulo di imbarcazioni?
      * - Perché cancellare l’attuale spiaggia libera di Villanova e spostarla nella angusta zona tra via Roma e via Aspromonte senza prevedere, tra l’altro, un nuovo dimensionamento e un ripascimento al fine anche di evitare l’affioramento delle strutture fognarie e al fine di sistemarne la criticità?
      * - Dove si ricaveranno i parcheggi per i 160 proprietari delle imbarcazioni trasferite al ridosso di Villanova? E se fossero 360? E la viabilità?
      * - Come si legherà il ridosso al resto del quartiere Villanova quando lo scalo merci sarà trasferito all’Interporto di Jesi, condizione indispensabile per una vera apertura/collegamento del quartiere al mare?
    
Valutati questi rischi concreti, CiC ha tentato una mediazione/emendamento messa a punto dopo una assemblea con le associazioni dei pescatori sportivi di Villanova a cui era presente anche il Presidente del FALCOMAR.

CiC ha fatto una proposta tesa a coniugare nel miglior modo possibile la vocazione del tratto di spiaggia di Villanova ad ospitare un ridosso o punti di ormeggio con l’opportunità di ridisegnare il rapporto tra il quartiere di Villanova e il mare derivante anche dalla prevista dismissione degli scali ferroviari.

Il tutto redatto attraverso la partecipazione attiva di associazioni sportive, professionali, associazioni imprenditoriali e associazioni dei cittadini che dovrà stabilire tempi e modalità di realizzazione degli interventi.

E, elemento indispensabile per evitare l’effetto sgabuzzino, lo spostamento delle imbarcazioni oggi collocate nelle 11 aree individuate dal Piano del litorale deve avvenire soltanto dopo l’approvazione della progettazione di dettaglio ed in funzione della tempistica in essa definita.

Loris Calcina (capogruppo consiliare CiC)


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