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VITERBO / 31-03-2010
VITERBO, CULTURA / Caretaker City: presentato a Viterbo, il nuovo libro di Marco Antuzi
Nei locali del Salotto letterario della LIBRERIA MONDOLIBRI, A Viterbo, in via del Pavone, 21/a, è stato presentato il libro di Marco Antuzi: CARETAKER CITY, Edito dalla Nuovi Editori.
Il libro è stato introdotto dalla Prof. Giuseppina Pucci, illustrato dall'autore, commentato e dibattuto dagli studenti della Università Popolare della Tuscia e dai presenti intervenuti. Caretaker City è l’opera prima di Marco Antuzi, giovane autore disabile che affronta nel suo romanzo d’esordio tematiche sociali di forte impatto utilizzando diverse provocazioni che faranno sicuramente discutere.
L’autore trentaduenne ha anche ottenuto una menzione straordinaria nel concorso “Sss… silenzio parla la voce del cuore” con il suo racconto inedito “Noi e la Gioia”. Iscritto al Premio Tassoni 2009, Caretaker City è un romanzo di facile lettura dove emozione e sogno si mescolano creando un’esperienza indimenticabile e trasformando il lettore in protagonista della storia, stimolandolo a cercare indizi sulla risoluzione dell’enigma. Marco Antuzi è anche docente di scrittura creativa e di comunicazione all’Università Popolare della Tuscia, nonché informatico, life coach ed esperto di comunicazione.
Il suo eclettismo si riversa in questo piccolo romanzo dalle tante chiavi di lettura e dai tanti messaggi sociali, racconto che rapirà chiunque avrà il desiderio di immergersi nella storia e viverla come fosse il protagonista.
Caretaker City è un romanzo veloce e di facile lettura, richiede l'impegno di tempo di un film. Lo stile è quello giornalistico all'inglese, semplice, chiaro e freddamente "oggettivo", pervaso di una patina di acuto ed ironico umorismo. Quando poi ci si immerge nella storia, prende la voglia di rileggerlo per verificare se non ci sia un'altra pista che si è trascurata ed è a quel punto che il percorso diventa un intrigante labirinto.
Si scoprono molti sentieri tutti invitanti, che si intersecano ed attirano verso altre soluzioni. Non è però il gioco delle scatole cinesi, quelle sono distinte e rigide, nel romanzo di Antuzi tutto è fluido e connesso, come nella vita; soltanto che il fluire è quello reale della coscienza che ci permette di spostarci liberamente tanto nel tempo come nello spazio.
Nello spostarsi cambiano le prospettive e cambia l'aspetto dei personaggi e delle situazioni, quello che sembrava verità si rivela come un'apparenza solo esteriore, la sostanza è altra cosa. Nella città pulita, nitida anche per il biancore della neve, nata per realizzare la perfetta unione di tecnologia e umanità, nata perché gli uomini si sentano tenuti a prendersi cura reciprocamente e rispettare insieme la libertà di ognuno, si occultano i più aberranti progetti. Il personaggio più invidiato ed inviso, che tutti giudicavano (senza conoscerlo) il più cinico ed egoista, è in effetti, per i pochissimi che lo conoscono, il più generoso e premuroso verso gli altri. I “filantropi” che vanno in televisione a mostrare le loro buone azioni, lo fanno solo per superbia o ambizione, strumentalizzando coloro di cui dicono di prendersi cura.
Ogni situazione si ribalta nel suo contrario. Leggendo Caretaker City può capitare di sentirsi confusi ed indecisi, ma questo non significa che si sia persa la bussola; punti di orientamento precisi ci sono e sono netti. Il disvalore maggiormente stigmatizzato, quello da cui nasce il Male, è l' “indifferenza” verso gli altri, che è conseguenza della pretesa di assolutizzare le proprie convinzioni, imponendo ad altri di uniformarsi ai propri principi politici, le proprie forme estetiche, il proprio credo religioso o i propri valori esistenziali, insomma il voler progettare la vita degli altri contro la loro volontà o manovrandone la volontà imponendo un immotivato conformismo.
E questo accade sia quando per mantenere l'ordine sociale si emarginano i dissidenti con atteggiamenti che vanno dalla diffamazione alla eliminazione fisica (il piano politico del sindaco Kimmy Moore), sia quando si impedisce al proprio figlio di esercitare il lavoro che desidera (come accade ad Eva Prophet). Il valore positivo di riferimento è quindi la realizzazione della libertà di ogni essere umano di attuare autonomamente le proprie scelte, in relazione a questo l'atteggiamento più apprezzabile è la generosa disponibilità a venire in aiuto di chi ha difficoltà a mettere in atto il proprio progetto di vita, anche con mezzi non sempre onesti (Gabriel, l'angelo grigio).
La prospettiva del libro è antiassolutista, nessun uomo può esser certo della verità, ma, nonostante questo convinto relativismo, la conclusione non è scettica. La vicenda del romanzo conduce ad un'ottimistica accettazione della condizione umana per quello che è, una posizione intermedia fra l'abbrutimento e la santificazione, privilegiata di poter scegliere fra il Bene e il Male, più libera della condizione dell'angelo che può scegliere solo il bene.
In Caretaker City c' è un solo angelo bianco (Mia, il vero angelo che descrive l'insensatezza dei comportamenti umani), gli Uomini-angelo (Caretaker Angels) sono grigi, sono un impasto di bene e male insieme, agiscono a fin di bene ma con mezzi molto discutibili. Direi che il messaggio fondamentale del libro di Marco Antuzi si riassume nella sua dedica: A CHI AMA E NON GIUDICA, A CHI GIUDICA E NON AMA, AD OGNI ESSERE UMANO E ALLE SUE FRAGILITA’
Finalmente il libro è in vendita anche nella nostra città, presso la libreria del Teatro e presso la libreria Mondolibri. Potete acquistarlo anche sui siti www.ibs.it, www.deastore.it, www.webster.it, www.libreriauniversitaria.it.
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