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ITALIA / 05-05-2010
GIORNATA MONDIALE ONU PER LIBERTA' DI STAMPA / Reporters senza Frontiere: mafia italiana principale nemico libertà di stampa
Nella lista dei 40 "predatori della libertà di stampa" stilata da RsF, emerge anche l'Italia con le organizzazioni malavitose - Il 3 maggio l’Onu celebrava la "Giornata Mondiale della Libertà di Stampa", un’occasione importante per promuovere azioni ed iniziative in difesa della libertà di stampa, e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, purtroppo sempre più attuale, dell’imbavagliamento giornalistico e della censura.
Quest’anno, come ogni anno, Reporters sans Frontieres ha rilasciato il rapporto sui "Predatori della Liberta’ di Stampa". Secondo tale rapporto l’Italia del 2010 è uno dei pochi paesi occidentali (insieme alla Spagna e La Russia) ad essere stata inserita tra i Paesi "predatori" (esattamente l’organizzazione criminale mafiosa), nella lista cioè dei quaranta Paesi più inclini alla censura, dove l’organizzazione malavitosa esercita un forte potere sulla libertà di parola.
Ecco quanto si apprende dal sito RsF: “I commercianti, gli imprenditori e i magistrati italiani non sono le uniche vittime delle organizzazioni criminali come Cosa nostra, la Camorra, la ‘Ndrangheta e la Sacra Corona Unita. I giornalisti e gli scrittori italiani sono, anch’essi, nella loro linea di mira, dato che rendono note al pubblico le loro azioni”. Scontato il riferimento a Roberto Saviano e ad alcuni noti giornalisti italiani finiti da tempo nel mirino dei malavitosi. Il testo in questione fa esplicito riferimento al giovane giornalista napoletano “costretto a vivere sotto protezione di polizia permanente”, così come almeno una dozzina di altri giornalisti italiani, tra cui Lirio Abbate, trentottenne corrispondente Ansa Palermo, e autore del libro “I complici”; o di Rosaria Capacchione (cronista del Mattino di Napoli) costretta a vivere sotto scorta per via di continue minacce da parte del feroce clan dei Casalesi.
Uomini e donne coraggio, quindi, semplici persone che hanno fatto della propria carriera giornalistica uno strumento di verità e soprattutto di libertà, per rivendicare la parola indipendente anche a prezzo della propria vita. E, anche in questa occasione, non possiamo non pensare al coraggio e alla caparbietà dell’indimenticata Anna Politkovskaja, straordinaria giornalista della Novaja Gazeta, celebre per le sue dure critiche al Cremlino e per gli articoli sulle violazioni dei diritti umani soprattutto in terra cecena, barbaramente uccisa nell’ascensore della sua palazzina il 7 ottobre del 2006.
Anche lei, come molti altri giornalisti nel mondo, hanno pagato con la vita il prezzo della propria “disobbedienza” ai poteri forti.
Nella giornata che l'Onu ha dedicato alla libertà di informazione anche l'Unci (Unione nazionale cronisti italiani) ha voluto commemorare a Milano tutti i giornalisti vittime delle mafie, del terrorismo, così come quelli morti all'estero, in cui si erano recati per raccontare gli orrori delle guerre.
Nel report di RsF non è mancato, infine, un riferimento al presidente Silvio Berlusconi, che "a novembre 2009" ha "minacciato di 'strangolare' gli autori di film e libri sulla mafia, che secondo lui davano una cattiva immagine dell'Italia".
Questa la lista dei 40 "Nemici della libertà di stampa" elencati da Rsf:
Abdallah Ibn Al-Saoud, re dell’Arabia Saudita; Alexandre Loukachenko presidente della Bielorussia; Ali Abdallah Saleh pres. dello Yémen; l’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rep. Iraniana; Bachar Al-Assad, pres. Siriano; Il Cartello di Sinaloa, del Golfo messicano; Choummaly Sayasone capo di Stato della Rep. del Laos; L’ETA spagnola; Le FARC colombiane; Gotabhaya Rajapakse segretario di Stato alla difesa in Sri Lanka; Gourbangouly Berdymoukhamedov pres. del Turkménistan; I gruppi armati nepalesi; Hu Jintao pre. della Cina; Ilham Aliev, pres.dell’Azerbaïdjan; Islam Karimov pres dell’ Ouzbékistan; Issaias Afeworki pres. della Repubblica Eritrea; Kim Jong-il dittatore della Corea del Nord; La Force exécutive, braccio armato di Hamas nei territori palestinesi; Le Forze di difesa israeliane; Le Forze di sicurezza dell’Autorità palestinese; Le milizie private filippine; Mahmoud Ahmadinejad pres. della repubblica Iraniana; le Milizie islamiche armate somale; Mollah Mohammad Omar capo dei talebani; Mouammar Kadhafi leader Libico; Mswati III re dello Swaziland; Nong Duc Manh segretario generale del Partito Comunista vietnamita; Noursoultan Nazarbaïev pres del Kazakistan; Ogbonna Onovo ispettore della polizia Nigeriana; Le organizzazione malavitose italiane; Paul Kagame pres del Rwanda; Ramzan Kadyrov pres Russia; Raúl Castro pre del consiglio di stato e del consiglio dei ministri Cubano; Robert Mugabe pres dello Zimbabwe; Teodoro Obiang Nguema della Guinea Equatoriale; Than Shwe capo della giunta Birmana; Vladimir Putin, primo ministro Russo; Yahya Jammeh pres della Repubblica del Gambia; Zine el-Abidine Ben Ali pres della Tunisia; e infine le famigerate “Aquile Nere”, gruppo paramilitare colombiano.
Alessandra Sorge
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