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ROMA / 07-05-2010

MAREA NERA LOUSIANA / Jean-Michel Cousteau





Ultime notizie marea nera - C'è un’immagine che mi ossessiona. È quella dell’esplosione della piattaforma petrolifera Horizon Deepwater avvenuta il 20 aprile scorso, 50 miglia a sud-est del delta del Mississippi. Si suppone che undici persone siano morte, la perdita di petrolio ha raggiunto oramai i 42.000 galloni al giorno e la chiazza nera, che ha assunto le dimensioni di 100 miglia in lunghezza e 45 miglia in larghezza, si sta inevitabilmente diffondendo.
L’immagine più suggestiva è per me quella di un robot sommergibile che, impiegato a una profondità di 5.000 piedi, estende il suo artiglio metallico e cerca di attivare un sistema di chiusura per fermare il flusso di petrolio.

Questa sofisticata e geniale invenzione high-tech, un tempo oggetto di discorsi e di speranze, ha fallito, proprio come hanno fatto tanti nostri progetti che non hanno preso in considerazione le conseguenze delle nostre azioni e la fragilità del sistema naturale. L’immagine di questo inefficace artiglio di metallo è diventata il simbolo della nostra arroganza tecnologica e di un’errata politica energetica.
Negli ultimi mesi abbiamo visto il mondo vacillare a causa delle calamità naturali. Prima i terremoti ad Haiti e in Cile, poi l’eruzione vulcanica dell’Islanda, che ha creato non pochi disagi al traffico aereo, e una stagione senza precedenti di inondazioni e danni lungo tutta l’Europa e la parte orientale degli Stati Uniti. Tutto questo, naturalmente, si è svolto sullo sfondo delle relazioni sulle imminenti conseguenze del cambiamento climatico.

Nel mezzo di questi disastri posso trovare speranza solo nella decenza e nella capacità di giustizia presente nella maggior parte delle persone. Siamo sul punto di chiedere di più ai nostri governi e alle nostre imprese, affinché si comportino in modo sostenibile e inoffensivo per il sistema naturale, il quale consente ogni forma di vita su questo pianeta. Finalmente siamo sommersi da esempi e da informazioni sulla necessità e sulle tecniche per vivere in modo più sostenibile, senza una totale dipendenza dal petrolio, e possiamo migliorare la qualità della nostra vita consumando meno e lasciando di più alle generazioni future.

Di recente ho espresso il mio parere contro l’intenzione dello Stato della Florida di avviare attività di estrazione nearshore (vedi [http://www.oceanfutures.org/news/blog/psa-florida-oil-drilling]). Così facendo la Florida continuerà ad adottare misure che possono solo temporaneamente colmare il divario di energia; compierà passi indietro e con notevoli rischi. Dobbiamo investire nelle energie da fonti alternative e sostenibili. Siamo pronti a farlo ma abbiamo bisogno di milioni di voci che chiedono proprio questo.

Si stima che il costo della marea nera nel Golfo del Messico, almeno in questa fase iniziale, sia pari a un miliardo di dollari. Immaginate quanto avremmo potuto fare, in un’altra direzione, con questa somma di denaro.
Possibili azioni: scrivere ai rappresentanti del Congresso e dello Stato chiedendo il loro sostegno per tecnologie alternative e politiche a tutti i livelli di governo, incluse le sovvenzioni.

Fondatore delle società Ocean Futures, chairman di Green Cross France e membro della Climate Change Task Force (CCTF), Jean Michel Cousteau è un architetto, un esploratore, un’ambientalista, un’educatore e un produttore cinematografico.

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