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VITERBO / 05-09-2008
Stefano Signori, presidente di Confartigianato imprese di Viterbo: ''Con federalismo stop alla spirale perversa del tassa e spendi''
“Nel dibattito politico sul federalismo chiediamo più pragmatismo e meno ideologia: mi auguro che il Governo e l’opposizione trovino presto una soluzione condivisa. La considero indispensabile per portare a compimento la riforma federalista che dovrà permettere di interrompere la spirale perversa del ‘tassa e spendi’”. Lo ha affermato il presidente di Confartigianato imprese di Viterbo Stefano Signori che, insieme al segretario Andrea De Simone, ha partecipato alla summer school organizzata, nei giorni scorsi, da Confartigianato sul tema del federalismo fiscale.
Il presidente Signori ed il segretario De Simone ricordano che “gli artigiani e i piccoli imprenditori sono fortemente interessati alla riforma federalista per avvicinare il luogo del prelievo a quello della spesa come condizione essenziale per responsabilizzare l’azione degli amministratori pubblici locali. Il federalismo deve essere un’occasione per ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, per eliminare le sovrapposizioni tra livelli di governo, l’oppressione burocratica, per far sì che alla tassazione corrispondano servizi pubblici efficienti. Ma i piccoli imprenditori si aspettano anche la riduzione della pressione fiscale e dell’evasione fiscale”.
Secondo un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato il fenomeno dell’evasione fiscale e del sommerso determina un appesantimento della pressione fiscale effettiva, ovvero della pressione fiscale sopportata dai contribuenti onesti. Si è calcolato che il valore aggiunto prodotto dal sommerso per il 2006 è compreso tra il 15,3% e il 16,9% del PIL e che il valore dell’evasione fiscale nel 2007 è pari a 107,1 miliardi di euro. Sulla base di questi dati, secondo Confartigianato la pressione fiscale effettiva è del 51,6%, rispetto ad una pressione fiscale apparente del 43,3%. Infine, per quanto riguarda la stima dell’evasione fiscale, nel Lazio il tasso di irregolarità è pari all’11,9% ed in particolare si riscontra soprattutto nel settore dell’agricoltura (30,2%), delle costruzioni (15,4%), dei servizi (11,7%) e, in percentuale minore, nel settore del manifatturiero (5,3%).
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