NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA, RIPRESE RICERCHE / Le intercettazioni telefoniche di Schettino della Costa Concordia. VIDEO
Si aggrava la posizione dell'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, cinque testimonianze lo inchiodano. Audio e video della drammatica telefonata tra Francesco Schettino e la sala operativa della capitaneria di porto, che gestiva le operazioni di soccorso, resa nota dal tg La7 condotto da Enrico Mentana.
Naufragio nave Costa Concordia, Isola del Giglio: 25 gennaio 2012 - Il mare grosso, con onde che di circa un metro di altezza, hanno impedito ieri sera il proseguire delle ricerche, che sono state riprese nella giornata di oggi, come era stato previsto dallo studio delle condizioni meteo. All'appello comunque mancano ancora 22 persone. Il numero dei corpi ritrovati dal 13 gennaio, giorno del naufragio della Costa Concordia, è salito a 16, alcuni dei quali, sei, sono ancora da identificare. Continuano intanto le operazioni per lo svuotamento dei serbatoi della nave, previsto per sabato prossimo.
I carabinieri di Orbetello, hanno lavorato sulle intercettazioni fatte sul telefono dell'ex comandante Francesco Schettino. Sabato 14 gennaio, difatti, Schettino ha avuto varie conversazioni telefoniche in cui emergono particolari interessanti ai fini delle indagini. In una prima telefonata il comandante della Costa Concordia, parlando con un certo Alberto, racconta di aver abbandonato la nave quando ha visto che questa si stava pericolosamente inclinando. Sempre durante la telefonata, Francesco Schettino riferisce dell'accaduto: "Lo squarcio e' stato immenso, stava uno spuntone di roccia, poi tutto quello che e' successo da quel momento in poi l'ho fatto nel massimo della mia professionalita' e questo potrebbe alleviare o quanto meno dare l'illusione di stare in pace con la coscienza".
Nel corso di successive telefonate il comandante Schettino si riferisce più volte alle forti pressioni ricevute dal management della Costa Crociere, anche e soprattutto per quel che riguarda l'ormai famoso "inchino". Al telefono con un altro interlocutore, Fabrizio, così parla Schettino: "Fabrizio, qualcun'altro al posto mio non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto, perché mi hanno rotto il cazzo. Passa, passa di là, passa di là la secca c'era ma non era segnalata dagli strumenti che avevo e ci sono passato....e va bene non bisogna credere mai una realtà meno che la notizia....no io so solo che alla fine forse mi sono reso conto ed ho cercato di evitare conseguenze più grandi di quelle che era successo, poi alla fine non ce l'ho fatta a liberarmi, cioe', va bene...Fabri' per dar retta al manager, passa da lì, passa da lì...Fabrì in quel momento non vorresti togliere la spina, è normale...". "Non ci voglio andare più sulla nave, perché so io che non voglio più, cambio vita, perché non la vedo tanto bene".
Novità sono in arrivo per quel che riguarda la scatola nera della Concordia. Stando alle dichiarazioni di Schettino, quest'ultima sarebbe stata rotta da una quindicina di giorni. Pare invece che fosse danneggiato soltanto il back up del sistema vdr. La scatola nera ritorna quindi ad avere un ruolo chiave nello svolgimento delle indagini.
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Svolgo attività di Giustizia, Forensic Engineering consultant, esperto in queste discipline: il Capitano Schettino dopo l’urto violento della nave contro lo scoglio che non doveva esserci sulla rotta azzardata, ( momento sbagliato, sul punto sbagliato), ha tentato sicuramente di fare rotta a Porto S. Stefano, o addirittura invertendo “ la prua a sud “ virata di 180 gradi, cercava la “terra ferma” prova ne sia il fatto che lo squarcio si trova inevitabilmente sulla fincata sinistra nella nave nell’impatto con lo scoglio lato sinistro della nave, nella rotta a nord, la nave si è inclinata di circa 80 gradi con lo squarcio visibile a pelo d’acqua, adagiandosi sulla fiancata destra sulla “terra ferma”. Secondo la mia ricostruzione si è trattato di un probabile “gesto eroico” manovra oculata in emergenza da parte del Capitano Schettino, per evitare che lo squarcio “ semisommerso a riva” imbarcasse meno acqua possibile, per evitare l’affondamento, per ridurre i danni devastanti sia per i passeggeri che per la nave stessa. Ing.luciano Alunni
commento inviato il 18/01/2012 alle 4:01 da Ing. Luciano Alunni
troppi scienziati attorno a nave costacrociere . secondo il mio parere a sei giorni dal disastro. se riempivono la parte allagata , di schiuma espansa , l´acqua sarebbe uscita e la nave,ritornava a galla. per fare ciò prima bisogna essere sicuri che non ci siano persone in vita. altro modo , chiudere le falle con laniere e saladarle elettricamente , pompare l´aqua . o mettere rete d´acciaio e spruzzare cemento plastico , pompare l´acua .
commento inviato il 18/01/2012 alle 2:08 da GRASSO GIOVANNI
Premettendo che il comandante della nave ha sicuramente le sue colpe, la domanda che mi sono fatto da subito è: ma siamo proprio sicuri che il comandante della Capitaneria di Porto, che per tanti anni ha fatto finta di non sapere che era diventata consuetudine l´inchino all´isola e quindi non ha mai impedito che ciò avvenisse omettendo di conseguenza di vigilare,sia da considerare un eroe Perchè il Com. De Falco,capendo durante la famosa telefonata che Schettino in quel momento non era sicuramente in grado di operare efficacemente, non si è recato personalmente sul posto per sostituirlo, visto che aveva assunto lui il comando in seguito al fatto che il capitano aveva abbandonato la nave
commento inviato il 19/01/2012 alle 9:55 da Nino
Ma i giornali che pubblicarono in prima pagina che Schettino era ubriaco non dovrebbero scrivere che era falso con gli stessi caratteri... Visto il bassissimo numero di vittime siamo sicuri che Schettino non abbia coordinato meglio i soccorsi dalla scialuppa che non da una plancia buia Le catene delle ancore non erano tese ma si trovavano diversi metri lontano dalla nave mi chiedo che forza avevano i marinai per lanciarle così lontano
commento inviato il 23/01/2012 alle 7:52 da Mario De tommasi
ma siamo sicuri che la responsabilità sia solo del Comandante Schettino,io penso che la Compagnia Costa sia responsabile in tutto e che Schettino sia stato solo l´esecutore di un diabolico gioco a scopo di lucro a danno delle assicurazioni,e poi concordo nel dire che De Falco non è stato affatto un eroe ma semplicemente uno che ha fatto il suo lavoro da dietro una scrivania , e scusate il termine con il culo sulla poltrona,a danno di un comandante in preda al terrore, essendo consapevole di quello che era successo, e poi perchè De Falco se aveva preso il comando non ha alzato il suo bel sederino e si è recato sul luogo del disastro per dare una mano, è facile parlare dal di fuori di una situazione così disastrosa, e poi mi chiedo che fine hanno fatto la donna moldava che avrebbe dovuto testimoniare a favore di Schettino, e il suo compiuter che avrebbe potuto sciogliere molti dubbi, che non ci sia lo zampino della Compagnia chi risarcirà Schettino in caso di corresponsabilità