VITERBO / 01-12-2008
DODICI DOMANDE AL PROFESSOR ALESSANDRO PIZZI, EX SINDACO DI SORIANO NEL CIMINO, SULL'OPPOSIZIONE ALL' AEROPORTO A VITERBO
1. In questi giorni è divenuto di conoscenza comune che ai tanti più noti ed evidenti si somma un altro insormontabile impedimento alla realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo: la pista e il suo orientamento; cosicché l'opera si rivela ancora una volta del tutto irrealizzabile e diviene manifesto che la scelta ministeriale del sedime di Viterbo per realizzare il mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma si basava su una grave mistificazione e fin esplicita falsificazione della realtà effettuale. Ancora una volta oggi le istituzioni sono costrette a darvi ragione...
- Alessandro Pizzi: La questione della pista e del suo orientamento è cosa risaputa da tempo, tanto è vero che noi l'inserimmo nella lettera che inviammo al Presidente della Repubblica il 4 agosto 2008. Stanno emergendo tanti altri impedimenti, ammessi dalle stesse istituzioni: ad esempio il Comune di Viterbo con la delibera n. 92 del 25 luglio 2008, da noi chiamata "delibera della vergogna", è costretto a chiedere alla Regione Lazio di togliere i vincoli paesistici alla zona interessata dal mega-aeroporto, altrimenti la struttura non può essere costruita; altro esempio, i propagandisti del mega-aeroporto sono stati più volte costretti ad ammettere l'inadeguatezza dei collegamenti tra Viterbo e Roma. Recentemente sulla stampa locale è stata pubblicata la notizia che sta per essere ultimata una grande clinica privata poco distante la zona dove dovrebbe essere costruito il mega-aeroporto. Voglio ricordare che Giorgio Bocca su "L'Espresso" di qualche settimana fa riportava la notizia che a suo tempo Berlusconi, per evitare che gli abitanti di Milano 2 subissero il fastidio dovuto al passaggio degli aerei, fece costruire un ospedale. E le rotte aeree furono spostate.
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2. Se dovesse elencare in estrema sintesi i principali motivi per cui il mega-aeroporto non può e non deve essere realizzato, quali sarebbero?
- Alessandro Pizzi: Primo: danneggerebbe irreversibilmente la zona termale; il Bulicame citato da Dante, che è l'elemento più rappresentativo della nostra provincia. Secondo: l'aeroporto ha un impatto devastante per la salute dei cittadini per l'inquinamento acustico e atmosferico per le polveri sottili, ha un impatto devastante per l'ambiente naturale, nell'ottobre scorso il "Corriere della sera" riportava il fatto allarmante che Malpensa ha inquinato in modo irreversibile un bosco protetto dall'Unesco, in questo bosco ci sono più idrocarburi che nei terreni a fianco del casello più trafficato dell'autostrada A1. Cinque volte di più. Terzo: Occorre diminuire il traffico aereo a partire dagli inutili e dannosi voli low-cost al servizio del turismo "mordi e fuggi", ma non solo: vanno ridotti drasticamente il trasporto di inutili merci, che servono solo al profitto delle multinazionali; vanno ridotti i voli per inutili vertici e convegni. Il trasporto aereo contribuisce in modo significativo al consumo di carburante e al riscaldamento del clima, che rappresenta l'emergenza dei prossimi decenni. Senza un intervento serio e repentino per diminuire drasticamente il consumo di materie prime e le emissioni dei gas che alterano il clima si andrà incontro a veri e propri disastri ambientali e umani.
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3. E quali interventi per una mobilità compatibile con un modello di sviluppo adeguato per l'Alto Lazio ritiene siano necessari?
- Alessandro Pizzi: La mobilità nella nostra provincia, come del resto in tutta l'Italia, deve basarsi sulla ferrovia. Occorre invertire la politica sin qui seguita della riduzione sistematica del trasporto merci e passeggeri con la ferrovia a favore dei mezzi molto più inquinanti come gli aerei, i Tir e le automobili. All'interno del servizio ferroviario andrebbero valorizzate le linee per i preziosi treni locali e regionali al posto delle costosissime e spesso inutili linee ad alta velocità. E' da ribadire la condanna della scelta scellerata che portò a sostituire la tratta ferroviaria Civitavecchia-Orte con l'inquinante linea di autocorriere. Sempre a proposito di mobilità, considerato che nella nostra provincia sono in molti ad amare il ciclismo, forse non sarebbe male scegliere la bicicletta per spostarsi in città o tra posti vicini, invece dell'inquinante e ingombrante automobile. Il nostro territorio si presta bene, a mio avviso, alla forma di "turismo di vicinato", quello che si può fare a piedi con gruppi organizzati lungo strade adatte lontane dalle automobili. In pochi giorni si possono scoprire posti meravigliosi e incontrare la gente del posto con cui scambiare esperienze. Il nostro territorio si presta bene anche a organizzare una resistenza alla crisi attuale e a lanciare un modello di produzione e consumo, a partire dai prodotti agricoli, alternativo a quello attuale distruttivo di risorse e inquinante. Penso alla vendita diretta dei prodotti da parte dei contadini o al fiorire di orti, su terreni privati ma anche pubblici, gestiti da gruppi di famiglie. In questo modo si riducono di molto le emissioni di gas che alterano il clima dovute al trasporto. Se guardiamo da dove provengono certi cibi che compriamo al supermercato ci rendiamo conto della irrazionalità dell'economia dominante, utile solo al guadagno di pochi.
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4. Il vostro comitato mette sempre in rilievo che l'opposizione al mega-aeroporto non ha solo motivi "locali" ma anche motivi "globali", che si tratta di difendere non solo l'ambiente dell'Alto Lazio, ma la biosfera. Potrebbe sviluppare ancora una volta (lo ha già fatto in varie relazioni tenute a convegni di studio) le ragioni complessive di opposizione all'incremento del trasporto aereo, ovvero le ragioni dell'impegno per una sua drastica e immediata riduzione?
- Alessandro Pizzi: Perché il trasporto aereo consuma grandi quantità di carburante ed emette grandi quantità di gas ad effetto serra che sono destinate a crescere a tal punto che il presidente dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l'indiano Rajendra Pachauri, durante un incontro dal titolo "Il tuo viaggio è davvero necessario?", ha lanciato l'appello a ridurre i viaggi aerei, la cui crescita è una delle principali responsabili del riscaldamento climatico. Sarebbe molto importante usare le riserve di petrolio e gas rimaste per usi necessari, e ad esempio costruire pannelli solari e pale eoliche, e risparmiare tagliando viaggi inutili e trasporto di merci voluttuarie.
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5. Vi sta molto a cuore la situazione di Ciampino, alla cui popolazione avete sempre espresso una forte solidarietà, e con i comitati che lottano per la riduzione dei voli a Ciampino vi siete incontrati, li avete ospitati a Viterbo in un incontro appassionante e fin commovente, avete diffuso nel viterbese i loro materiali di documentazione e riflessione. Come è nata e come si è sviluppata questa intensa soldarietà?
- Alessandro Pizzi: Occupandoci di aeroporto ci siamo imbattuti nella denuncia dei comitati di Ciampino, abbiamo letto le loro riflessioni e i loro studi. Abbiamo preso contatti con i due comitati facendo iniziative insieme. Dopo aver conosciuto i dati della catastrofe ambientale di Ciampino e dopo aver conosciuto le storie personali fatte di dolore e malattie causate dall'aeroporto non si può che essere solidali con la popolazione di Ciampino. L'aeroporto di Ciampino per voli low-cost doveva essere chiuso da tempo. Comunque va chiuso immediatamente annullando i voli. Non possono essere sacrificate salute e qualità delle vite umane per l'arricchimento della società Adr (Aeroporti di Roma) che gestisce l'aeroporto e per l'arricchimento delle compagnie aeree. Cosa assurda, la società Adr dopo aver provocato la catastrofe ambientale e sanitaria di Ciampino è stata delegata a presentare il progetto di fattibilità dell'aeroporto di Viterbo.
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6. Il mega-aeroporto, le discariche abusive, il polo energetico, l'Enel che vuole mettere in funzione Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone, il governo che vuol riprendere la follia del nucleare... l'Alto Lazio è sotto attacco, è gravemente minacciato da opere nocive e distruttive, da interessi speculativi e criminali. Cosa occorre fare nel viterbese per impedire il disastro?
- Alessandro Pizzi: Favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche. In molti paesi della provincia sono nati comitati di lotta, che spesso hanno trovato amministrazioni locali infastidite dalla loro presenza e invece di aprire un confronto hanno preferito mostrare i muscoli e far sentire da che parte sta il potere. Penso soprattutto al movimento "No Coke" di Tarquinia, ma non solo. Ritengo la partecipazione dei cittadini una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per impedire il disastro.
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7. Il vostro comitato ha alcune caratteristiche peculiari che si riconnettono ad alcune tradizioni teoriche e pratiche di grande rilevanza e specificità: le esperienze e le riflessioni della nonviolenza; quel "pensare globalmente, agire localmente" che fu una delle intuizioni più acute del movimento ecologista negli anni '70 e '80; la fiducia nell'attività di informazione, documentazione e coscientizzazione dei cittadini attraverso un paziente, accurato e prolungato impegno di comunicazione e di ascolto; il sentirsi parte e stimolo di un movimento ampio e plurale, contro ogni tentazione riduzionista o dirigista, valorizzando piuttosto le differenze ed i diversi percorsi in una persuasa adesione al principio responsabilità e alla democrazia nel suo sviluppo più ampio di "potere di tutti" (come amava dire Aldo Capitini); l'interlocuzione costante con le istituzioni anche quando il ceto politico-amministrativo sembra essere sordo, refrattario, distratto, inadeguato, in malafede. Come nascono queste caratteristiche del vostro comitato, e quali risultati vi sembra stia dando il vostro metodo di lavoro?
- Alessandro Pizzi: Nel momento in cui la politica viene fatta essenzialmente attraverso la televisione in forme più o meno spettacolari, che tendono ad escludere la partecipazione attiva dei cittadini, e nel momento in cui c'è una presa di coscienza del fatto che ogni nostra azione ha ripercussioni sull'intero pianeta diventa necessario un sforzo per favorire lo sviluppo della democrazia indicato da Aldo Capitini nel senso del "potere di tutti". Il metodo seguito sta dando ottimi risultati, testimoniati dal fatto che non siamo più soli ad opporci alla scelta dell'aeroporto.
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8. Lei è anche un docente, con una lunga esperienza di insegnamento di discipline scientifiche. Cosa sarebbe opportuno fare nelle scuole per educare alla responsabilità, all'impegno civile, al rispetto per la verità, alla solidarietà?
- Alessandro Pizzi: Sono convinto che lo studio costituisca una condizione necessaria per scelte di impegno civile, per il rispetto della verità e per la solidarietà. Ho insegnato matematica e fisica, discipline che abituano al rigore logico e che permettono di interpretare la struttura di molti fenomeni della vita, aiutano a capire la questione energetica, a comprendere i problemi dell'inquinamento del pianeta. Ma anche lo studio di queste discipline costituisce una condizione necessaria ma non sufficiente. Il comportamento e l'esempio degli adulti nella scuola è fondamentale per la formazione dei giovani. Esiste una comunicazione non verbale, che conta più delle lezioni: è il modo di essere di un docente. La scuola dovrebbe mettere in condizione i giovani di studiare e mostrare loro un modello di comportamento basato sul rigore logico e morale. Così i giovani saranno messi in condizione di fare le scelte che riterranno opportune, basate sulla loro esperienza e sulla loro capacità critica.
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9. Lei è stato anche un pubblico amministratore assai apprezzato come sindaco di una città dell'Alto Lazio. Cosa potrebbero e dovrebbero fare gli enti locali per difendere ambiente, beni comuni, salute e diritti delle persone?
- Alessandro Pizzi: Negli ultimi anni ho capito la lezione di Hannah Arendt: si può sempre dire un sì o un no. Per difendere ambiente, beni comuni, salute e diritti delle persone, gli enti locali dovrebbero cominciare a dire dei no. Ad esempio: no alla follia del ritorno al nucleare. No all'aeroporto. No alla messa in funzione della centrale di Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone. No alle delibere contro i mendicanti e i rom. No all'uso del territorio per i mega villaggi turistici con annessi campi da golf, che "bevono" acqua quanto un paese di 8.000 persone.
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10. Lei è molto attento ai più drammatici problemi sociali: come insegnante, come pubblico amministratore, come persona impegnata nel volontariato. C'è un nesso tra le politiche speculative di rapina delle risorse e di devastazione ambientale e le politiche di violazione dei diritti umani e di negazione del diritto all'educazione, alla salute, all'assistenza, alla casa, al lavoro - a una vita degna, per dirlo in una parola -?
- Alessandro Pizzi: Il riscaldamento del clima è causato, come riconosciuto dalla comunità scientifica, principalmente dall'attività umana. Cioè dal modello di economia dominante, che genera disuguaglianze sempre crescenti. Un recente rapporto dell'Onu (2006) dice che il rapporto tra il reddito del 20% degli abitanti più ricchi del pianeta e il 20% più povero era nel 1820 di 3 a 1, nel 1960 di 30 a 1 e nel 2001 di 80 a 1. E' evidente che la responsabilità dei cambiamenti climatici dei vari paesi è assai diversa, così come è diversa la responsabilità dei cittadini (tra i ricchi e i poveri). Penso a quelli africani o dell'America latina o agli occidentali più poveri, per questi dovranno essere disponibili quantità di energia e materia superiori a quelle attuali, e per i cittadini più ricchi tale quantità dovrà essere ridotta drasticamente. Non dobbiamo dimenticare che la povertà è causa delle morti dei bambini per fame o denutrizione, più di sei milioni all'anno. Gli scienziati sostengono che la produzione di cibo è sufficiente a soddisfare il bisogno energetico e proteico di tutti gli abitanti del pianeta. Questo concetto lo ribadì anche Gandhi all'inizio del secolo scorso: "Il nostro pianeta ha risorse sufficienti per soddisfare i bisogni fondamentali di tutti, non l'avidità di qualcuno". Per procurare maggior denaro e ricchezza a pochi si calpesta il diritto ad una vita dignitosa alla maggioranza dei cittadini del mondo. E' di questi giorni la denuncia dei vescovi congolesi a proposito della guerra nel Kivu, regione della Repubblica Democratica del Congo: è "una guerra paravento per coprire il saccheggio delle ricchezze minerarie del paese".
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11. Lei è anche particolarmente attento alle questioni internazionali, al rapporto tra Nord e Sud del mondo, all'impatto che le scelte di politica internazionale e di modello di sviluppo hanno sulle condizioni di vita delle popolazioni del sud del mondo oggi e per le generazioni future domani. Ha anche preso parte anni fa a un'importante iniziativa nonviolenta in una zona della Repubblica democratica del Congo tuttora flagellata dalla guerra: cosa le è restato di quella esperienza?
- Alessandro Pizzi: Mi è rimasta la convinzione che quel popolo, che vive in un posto, a mio parere, meraviglioso, ha le risorse e la capacità per risolvere i propri problemi e vivere finalmente una vita dignitosa. A condizione che i Paesi occidentali e le multinazionali la smettano di sfruttare illegalmente le immense risorse minerarie del Congo.
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12. Quali libri suggerirebbe di leggere per primi a un giovane che volesse accostarsi allo studio delle problematiche della salvaguardia dell'ambiente e dell'impegno civile per i diritti umani?
- Alessandro Pizzi: Suggerirei i seguenti:
- George Monbiot, Calore, Longanesi.
- Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo, Mondadori.
- Mauro Bonaiuti (a cura di), Obiettivo decrescita, Editrice Missionaria Italiana.
- Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri.
- Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli.
- Alexander Langer, Fare la pace, Cierre edizioni.
- Aldo Capitini, Il potere di tutti, Guerra Edizioni.
- Antonino Drago, Le due opzioni, La Meridiana.
- Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, Bollati Boringhieri.
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Breve notizia sul professor Alessandro Pizzi
Alessandro Pizzi, già apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), città in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, è fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarietà, ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); è uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilità in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio.
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