VITERBO / 03-09-2008
FRANCO GENTILI: TRA REALTA’ E UTOPIA URBANA. I GRANDI CARTONI SATARICI IN MOSTRA ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI VITERBO

         La miseria e il sublime, ovvero le due facce dell’uomo e del suo habitat. Dove per miseria s’intende il lato meno nobile dell’uomo, più vizio che virtù, mentre il sublime sta per una realtà che non abita ancora le nostre città, per una città utopica fortemente desiderata e inseguita come un sogno inafferrabile. E’ questa, in sintesi, la filosofia che ispira i grandi cartoni satirici del maestro Franco Gentili (Roma, 1936), in mostra per la prima volta alla Biblioteca comunale di Viterbo, in piazza Giuseppe Verdi n°3, dal 6 al 14 settembre.
        Promossa dal Consorzio Gestione Biblioteche di Viterbo, la rassegna annovera principalmente  opere della maturità, di grandi dimensioni, eseguite con la tecnica della  matita e del pastello, molte delle quali ancora inedite. Emblematico di questa utopia della città ideale  è il mirabile “affresco” monocromo che l’artista ha voluto dedicare  proprio alla storica “Città dei papi”, dove è appunto rappresentata una Viterbo  idealmente proiettata fra medioevo e rinascimento, esempio di suprema armonia tra l’uomo e lo spazio circostante, tra architetture civili e luoghi del sacro, fra spazio urbano intramurale e campagna.
            In altre opere compare invece il curioso palcoscenico della storia visto da Gentili, popolato di maschere e caricature, sul quale fanno la loro apparizione personaggi pubblici e privati, potenti e accattoni, ecclesiastici e gente del popolo.
           Accanto ai disegni prettamente narrativi sono presenti alcune opere astratto-
geometriche della maturità, accomunate da un equilibrio compositivo di matrice classica, che rimanda all’idea pitagorica della misura come legge del cosmo.         Tuttavia - come puntualizza nel catalogo il curatore Gianni De Mattia – “In Gentili non c’è iato tra forme rappresentative e narratività astratta, poiché entrambi i linguaggi vengono dall’artista integrati in un solo lessico: quello del segno evocatore.
Un segno spinto in certi casi fino all’autoreferenzialità, significante di per sé, vale a dire per la subliminale bellezza delle sue coreografie cromatiche, che stregano l’occhio, e l’anima, dell’osservatore”.
            La mostra, con ingresso libero, osserverà il seguente orario: nei giorni feriali 8,30-13/ 14,30-19, sabato e domenica 10-13 / 16-19.