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ROMA / 19-10-2010
Gentile Onorevole Cirinnà, l’Italia è uno dei paesi d’Europa con minore presenza femminile in Parlamento. Quali sono i fattori culturali che hanno determinato questa marginalità della donna nei luoghi decisionali della politica?
Le ragioni culturali dello specifico ritardo italiano nella rappresentatività del genere femminile nelle istituzioni politiche possono individuarsi nella particolare storia antropologica del nostro Paese: il radicamento della cultura cattolica e l’intero ventennio fascista hanno senza dubbio influito, aggravandone la struttura culturale preesistente, sul c.d. ‘familismo italico’ tutto basato sulla presenza dell’angelo del focolare che si dedica alla prole e alla cura della famiglia.
Una famiglia di tipo esteso, almeno sino agli anni ’60, a tutt’oggi piuttosto diffusa se prendiamo in esame il Sud e le zone rurali. Su queste basi si è radicata non soltanto la scarsa presenza delle donne in politica, ma anche una presenza maschile particolarmente poco sensibile alle istanze di genere, che ha ritardato notevolmente lo sviluppo di tutte le politiche che avrebbero potuto favorire la presenza delle donne almeno nelle professioni, se non da subito nelle aree decisionali, nonché nelle istituzioni.
Ritardare la presenza delle donne nelle professioni intellettuali (insegnamento, magistratura-avvocatura, campo medico, etc) ha indubbiamente ritardato la capacità, anche per ragioni statistiche, di salire ai vertici dei diversi ambiti professionali.
La scarsa presenza oggi, delle donne in politica, che pure aveva avuto significative interruzioni nell’immediato dopo guerra (si pensi a Nilde Jotti presidente alla Camera) va invece più propriamente ricondotta alla inamovibilità delle classi dirigenti dei Partiti italiani, una tendenza gerontocratica, anch’essa specifica del nostro Paese, cha impedisce il ricambio sia generazionale che di genere.
Questa base culturale specificamente italiana è da considerare, io credo, come causa prima del ritardo di rappresentatività delle donne nella politica italiana. Perché se la retorica dell’angelo del focolare ha indotto gli uomini ad occupare senza reticenza tutto lo spazio di rappresentanza è pur vero che le donne italiane lo hanno scarsamente impedito, giungendo tardi e con scarsa organizzazione a reclamare il proprio spazio decisionale e di rappresentanza.
Poche recenti esperienze di organizzazione di movimenti ‘lobbistici’ a favore del sostegno alla candidatura femminile, quale ad esempio è stato Emily, mostra esplicitamente la tuttora debole capacità delle donne italiane di pensare in termini di ‘presa del potere’ a favore del proprio genere.
In tempi ancora più recenti va osservato l’effetto, ulteriormente frenante, che la legge elettorale italiana, a liste bloccate, ha avuto sul già deteriore vizio italico alla cooptazione da parte della leadership di partito. Tanto a sinistra quanto a destra si è avuta una selezione della rappresentatività femminile a volte persino imbarazzante, con una accentuazione, nei partiti conservatori, della valorizzazione del cosiddetto capitale erotico a favore dei criteri di cooptazione (recenti affermazioni dell’on. Stracquadanio a questo proposito).
Ovviamente una legge elettorale che esclude nei suoi presupposti criteri di trasparenza con cui selezionare il merito e la capacità di rappresentanza territoriale e di interessi dei candidati, costituisce, attualmente, uno degli elementi più penalizzanti per l’ascesa delle donne verso il Parlamento italiano. E questo accade nonostante il Pd, ad esempio, abbia nel proprio statuto l’obbligo a comporre le liste secondo una percentuale di rappresentanza dei generi del 50%. Ma tale obbligo, che favorisce la presenza quantitativa delle donne, non comporta la cosa più importante, ovvero l’obbligo a porre le candidate in condizioni di pari eleggibilità. Infatti alle donne viene sempre riservata la posizione di lista o il collegio la cui capacità di eleggibilità è fortemente improbabile.
Secondo Lei, esistono ancora oggi delle forme latenti di sessismo in politica? E se si, quanto incidono sulla stabilità della democrazia?
tutta l'intervista
La conferenza dell'on. Monica Cirinnà, promossa dalla Professional Women's Association of Rome, avrà luogo mercoledì 20 ottobre 2010 presso la sala conferenze del Boscolo Hotel Aleph di Roma, alle ore 18,30.
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